L’Ungheria di Orbán potrebbe porre il veto al nuovo pacchetto di sanzioni UE anti-Putin

La Commissione Europea sta prendendo in considerazione un divieto totale di ingresso nell’UE per i turisti russi, come parte del 19° pacchetto di sanzioni contro Mosca per la guerra in corso in Ucraina.
L’UE prende in considerazione il divieto totale di ingresso ai turisti russi
Se approvata, la misura segnerebbe la restrizione di viaggio più severa per i cittadini russi dall’inizio del conflitto e richiederebbe l’accordo unanime di tutti i 27 Stati membri. Secondo quanto riferito, la proposta è stata avviata da Polonia, Finlandia e Stati baltici, che da tempo sostengono controlli più severi sui viaggiatori russi, hanno detto i funzionari a TVP World, ha scritto l’agenzia di stampa turca Anadolu.
I Paesi che beneficiano del turismo russo, come l’Italia, la Spagna, la Grecia e la Francia, così come l’Ungheria, amica di Mosca, potrebbero opporsi ad un divieto totale. Una fonte dell’UE ha detto che la Commissione sta esplorando due opzioni.

Uno di questi prevede l’emissione di una guida non vincolante che esorta gli Stati membri a limitare i visti turistici in seguito all’aumento estivo dei visitatori russi. L’altra includerebbe un divieto turistico completo nel pacchetto di sanzioni, rendendolo legalmente vincolante ma politicamente più difficile da attuare.
Sono gli obiettivi
Secondo i dati della Commissione, più di 500.000 russi hanno ricevuto il visto per l’area Schengen nel 2024, un forte aumento rispetto all’anno precedente, nonostante la guerra in corso. Il 19° pacchetto di sanzioni, che inizialmente doveva essere presentato mercoledì ma che ora è stato rinviato, si baserà su misure precedenti che riguardano le banche russe, le esportazioni di energia e gli individui legati al Cremlino.
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Separatamente, alcuni Stati dell’UE, tra cui la Repubblica Ceca e la Lettonia, stanno spingendo per limitare i viaggi diplomatici russi all’interno della zona Schengen, citando preoccupazioni per la sicurezza dopo l’espulsione di agenti russi che operavano sotto copertura diplomatica negli ultimi anni.
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