Migliaia di persone marciano al Pécs Pride vietato in Ungheria

Sabato pomeriggio si è svolto il 5° Pécs Pride, l’unica marcia LGBTQ+ regolare dell’Ungheria al di fuori di Budapest, nonostante sia stata vietata dalla nuova legge sulle assemblee del Paese. Il divieto è stato confermato dalla Corte Suprema, ma gli organizzatori hanno confermato che l’evento si sarebbe svolto.
I partecipanti si sono riuniti in Piazza Kossuth a Pécs, trasformandosi rapidamente in una folla di diverse migliaia di persone. Già prima dell’inizio della marcia, sono risuonati i canti “L’amore è un diritto umano” e “Paese libero, amore libero”, insieme alla hit estiva “Dirty Fidesz”, secondo quanto riportato da 444.hu. A guidare la marcia è stato l’avvocato e attivista per i diritti umani Péter Heindl, che ha inquadrato la marcia come una protesta contro la sovrappopolazione dei cervi, mentre un’auto a tema Cane a due code suonava la musica e due artisti in costume da zebra ballavano dietro di lui.
La marcia ha visto una serie di partecipanti politici e della società civile, tra cui membri di Momentum, della Coalizione Democratica (DK), di Párbeszéd e di Amnesty International, oltre ai politici Barabás Richárd, Bedő Dávid e Sebián-Petrovszki László. Lungo la via Király, l’atmosfera era pacifica, con i passanti e i negozianti che salutavano con il loro sostegno, mentre la folla continuava il suo percorso di due ore sotto il sole.
Gruppi di destra, tra cui il Movimento Giovanile Hatvannégy Vármegye (HVIM) e CitizenGo, hanno tentato di bloccare la marcia. Gli agenti sono intervenuti rapidamente per rimuovere coloro che tenevano gli striscioni in strada, permettendo ai marciatori di continuare. Un individuo aggressivo ha colpito i partecipanti, tra cui una donna con un costume da zebra, con una bottiglia vuota e ha danneggiato una bandiera del Pride prima di essere fermato e ammanettato dalla polizia, secondo HVG.
Al punto panoramico di Tettye, dove si è conclusa la marcia, i discorsi si sono concentrati sui diritti umani e sulla solidarietà. Il sindaco di Pécs Attila Péterffy ha invocato le parole di Martin Luther King, sottolineando che il divieto è ingiusto e che la società civile e i giornalisti devono essere difesi. Géza Buzás-Hábe, direttore della Diverse Youth Network, ha sottolineato che questo Pride non è una celebrazione, ma una presa di posizione per le minoranze, gli oppressi e gli emarginati. “Non ci piegheremo alla paura”, ha detto. L’attivista rom LGBTQ+ Joci Márton ha esortato i governi occidentali a sostenere la comunità LGBTQ+ ungherese e coloro che sono presi di mira dalla polizia per aver sostenuto altri, come i palestinesi.
Nonostante il rifiuto delle autorità di autorizzare l’evento, la partecipazione di migliaia di persone ha dimostrato la resilienza della comunità LGBTQ+ rurale ungherese e il suo impegno nella difesa dei diritti e nella solidarietà con i gruppi emarginati. La marcia si è conclusa a Tettye con discorsi e applausi.
Immagine in primo piano: illustrazione, Facebook/Budapest Pride

