Ministro: Orbán ha svegliato l’esercito ungherese dall’illusione del sonno e della pace permanente

La pace permanente nel mondo senza conflitti è solo un’illusione, e la difesa è un affare nazionale evidenziato, ha detto sabato online il ministro della Difesa Kristóf Szalay-Bobrovniczky a Világgazdaság.
Quest’anno l’Ungheria ha soddisfatto il requisito della NATO secondo cui la spesa per la difesa raggiungerà il 2% del PIL un anno prima della scadenza.
Il governo ungherese fornisce le fonti necessarie per la modernizzazione globale dell’esercito nonostante le sfide economiche esterne, ha aggiunto.
Szalay-Bobrovniczky ha affermato di volere che l’Ungheria abbia un esercito ben preparato e dedicato, dotato di tecnologia di difesa ad alta tecnologia entro il 2030. Inoltre, ha affermato di volere che l’Ungheria diventi un attore chiave nell’industria della difesa nella regione.
Il governo ungherese mantiene la sua ferma posizione riguardo alla guerra Russia-Ucraina, vale a dire che solo un cessate il fuoco immediato e colloqui di pace possono portare ad una soluzione, ha affermato.
Ha descritto i recenti attacchi in Israele come “barbarian beastiality commessa contro la nostra civiltà” e ha aggiunto che l’Ungheria sostiene il diritto di Israele all’autodifesa.
La recrudescenza del conflitto israelo-palestinese evidenzia anche il fatto che non è possibile firmare un accordo di pace con i terroristi e la combinazione di migrazione di massa incontrollata e terrorismo si traduce in una minaccia crescente.
Ha aggiunto che grazie alle misure introdotte dall’Ungheria in tempo utile dopo la crisi migratoria del 2015, gli ungheresi vivono in maggiore sicurezza rispetto ai cittadini di altri paesi occidentali.
La recente esercitazione militare denominata Adaptive Hussars 23 che ha coinvolto 4.500 soldati, 200 pezzi di equipaggiamento tecnico e truppe multinazionali della NATO ha ulteriormente rafforzato questo, ha aggiunto.
Ha confermato che l’Ungheria sostiene l’adesione della Svezia alla NATO e ha affermato che dipende solo dai legislatori in parlamento quando verrà approvata una decisione.
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