Orbán resterà primo ministro fino al 2030? Un nuovo sondaggio dà risultati sorprendenti

La stragrande maggioranza degli elettori ungheresi voterebbe per il Partito Tisza nelle prossime elezioni generali che si terranno domenica, ma sono molto meno quelli che credono che ci sarà un cambio di governo rispetto a quanto suggerirebbe la sola preferenza di partito. Ecco i risultati più interessanti di un nuovo sondaggio.
Solido vantaggio di Tisza in un nuovo entusiasmante sondaggio
Secondo i dati di Publicus condivisi da Népszava, rimane il fatto che Péter Magyar, l’ex Ministro della Giustizia (e ora ex marito di una figura centrale nello scandalo politico che porta il suo nome), che per più di un anno è stato in testa a tutti i sondaggi non governativi sulla scia dello scandalo della misericordia, non sta ancora convincendo gli elettori che il prossimo aprile ci sarà un cambio di governo. I dati resi noti ora giustificano una minore fiducia in un futuro cambio di governo rispetto a quanto potrebbero far pensare i numeri dei sondaggi. Tuttavia, per Péter Magyar, i risultati concreti sono rassicuranti.
- Tra la popolazione totale, Tisza è in vantaggio per 33% a 28%, il che significa che Viktor Orbán ha ancora centinaia di migliaia di voti in più. Questo è considerato dagli esperti il singolo dato più rilevante in vista delle elezioni, ma dimostra comunque un vantaggio notevole per Tisza.
- Tra gli elettori che sono certi di votare per un partito, il vantaggio è di 48% a 40%, il che indica che Tisza è molto solidamente in vantaggio.
- In entrambi i segmenti, sia Tisza che Fidesz si sono rafforzati rispetto a novembre, anche se solo marginalmente ed entro il margine di errore.
- Secondo Publicus, solo Mi Hazánk (Nostra Patria) e DK (Coalizione Democratica) raggiungerebbero il Parlamento; altri sondaggi tendono a collocare DK su una quota minore.

Cresce il sostegno al premier Orbán
Tuttavia, sotto la superficie, si stanno addensando nubi intorno a Tisza. L’amministratore delegato di Publicus, András Pulai, osserva che il partito di governo sta gradualmente recuperando una parte maggiore dei suoi elettori, sempre più inquieti, grazie a una serie di misure di welfare e di sostegno annunciate e attuate mese dopo mese (la quattordicesima pensione mensile, i “soldi della pistola”, le esenzioni dall’imposta sul reddito, eccetera). Come riportato in precedenza, anche l’indice di fiducia dei consumatori è in aumento, il che favorisce i partiti di governo.
- La superficie mostra Péter Magyar in ascesa, ma una tendenza emergente potrebbe consegnare la vittoria al premier Orbán nel 2026.

La superficie indica che Péter Magyar sta salendo, ma una tendenza emergente potrebbe consegnare la vittoria al Primo Ministro Orbán nel 2026.
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Budapest contro la campagna
Il Paese è diviso su questo tema. A Budapest, la maggioranza (51%) è fiduciosa che entro maggio non si parlerà più di Orbán come Primo Ministro e che gli attuali partiti al potere non avranno più la maggioranza parlamentare. Al contrario, il 50% dei residenti nelle zone rurali crede che il Governo resterà al potere, mentre solo il 25% si aspetta il contrario.
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Dato che, nel sistema elettorale ungherese, i voti dei villaggi più piccoli hanno in genere un peso maggiore rispetto a quelli delle grandi città – in particolare Budapest – è molto probabile che nel 2026 una vittoria sostanziale di Péter Magyar nella capitale e nelle città più grandi possa essere ancora oscurata dal dominio di Orbán nei villaggi, consentendo a Fidesz di assicurarsi una stretta maggioranza parlamentare. Ecco perché Magyar viaggia costantemente nelle campagne, apparendo solo raramente a Budapest o in altre grandi città regionali.
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La strategia di Orbán è opposta: nelle grandi città rurali, accoglie i sostenitori degli insediamenti più piccoli in occasione di eventi a porte chiuse che richiedono una registrazione preventiva. La domanda chiave è quale strategia porterà alla vittoria finale.

Infine, un sondaggio di Magyar Társadalomkutató ha rilevato, nel febbraio di quest’anno, che il 55% degli intervistati si aspettava che Orbán rimanesse al potere, mentre solo il 28% si aspettava una vittoria di Tisza.

