Politici ungheresi coinvolti nello scandalo dei pedofili di Szőlő Street: ecco cosa si sa finora

Negli ultimi mesi, l’Ungheria è stata testimone di una tempesta politica senza precedenti: in seguito alle rivelazioni di uno scandalo di pedofilia presso l’istituto penitenziario minorile di Budapest – meglio conosciuto come casa di Szőlő Street – sono emerse questioni di responsabilità governativa ai livelli più alti. Questo articolo riassume i fatti disponibili, le dichiarazioni politiche e i risultati delle indagini ufficiali, cercando di presentare l’essenza del caso in modo obiettivo e neutrale, tra tensioni crescenti e narrazioni contrastanti.
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Contesto del caso di via Szőlő
Al centro dello scandalo c’è Péter Pál Juhász, ex direttore dell’Istituto penitenziario minorile di Budapest, che ha guidato l’istituto dal 2010. Il 29 maggio, lui e una sua collega sono stati messi in custodia cautelare con il sospetto di traffico di esseri umani, lavoro forzato e abuso di autorità, scrive 24.hu nel suo rapporto. Secondo quanto riportato, due ragazze provenienti da contesti difficili – precedentemente cresciute in istituti per bambini – sarebbero state costrette a prostituirsi presso l’istituto, mentre erano ufficialmente registrate come dipendenti.
Accuse che salgono a livello politico

Quando il Parlamento si è riunito nuovamente dopo la pausa estiva, la questione di Szőlő Street è stata immediatamente messa all’ordine del giorno. I politici dell’opposizione – tra cui Gergely Arató, Bence Tordai e Klára Dobrev – hanno posto domande dirette sul coinvolgimento di politici affiliati al Governo, facendo nomi e cognomi (il Vice Primo Ministro Zsolt Semjén, tra gli altri) e chiedendo di sapere chi ha sostenuto il direttore dell’istituto e a chi sono stati presumibilmente “consegnati” i bambini o le bambine .
Hanno anche chiesto perché le autorità statali non hanno agito per oltre un decennio. Klára Dobrev, presidente della Coalizione Democratica (DK), ha offerto una ricompensa di cinque milioni di fiorini (12.800 euro) a chiunque fornisca prove, mentre il Partito Tisza ha chiesto la sospensione di Zsolt Semjén fino alla conclusione dell’indagine.
La risposta del Governo e di Zsolt Semjén
Il governo ha risposto alla crisi politica con una ferma smentita. Il Primo Ministro Viktor Orbán ha descritto gli eventi come una campagna diffamatoria deliberata che ha preso di mira i membri del suo gabinetto e ha annunciato azioni legali contro chiunque sia coinvolto nella diffamazione. In Parlamento, il Vice Primo Ministro Zsolt Semjén si è difeso vigorosamente, parlando di un’orchestrazione meticolosa e dell'”accusa di Belzebù”, negando categoricamente qualsiasi illecito o coinvolgimento. Semjén ha sottolineato: “Non permetterò che mi distruggano ingiustamente”.
Indagini e rapporti ufficiali
Il Ministro della Giustizia Bence Tuzson ha pubblicato un rapporto investigativo mercoledì, affermando che non ci sono state vittime minorenni identificate nel caso di Szőlő Street e che, sulla base dei dati disponibili, non ci sono prove del coinvolgimento di politici o funzionari governativi. Il rapporto, basandosi sui materiali dell’Ufficio Nazionale di Investigazione, dell’Ufficio di Protezione della Costituzione e del Servizio Nazionale di Protezione, ha concluso che le giovani adulte impiegate dallo Stato potrebbero essere state costrette a prostituirsi.
Le affermazioni di legami o coinvolgimenti politici, secondo il rapporto, si basano su voci e mancano di prove concrete. Inoltre, è stato suggerito anche un possibile “coinvolgimento di servizi segreti stranieri” nell’espansione del caso in uno scandalo politico.
Indagine, testimonianze, contesto in espansione
Durante l’indagine, Gábor Kuslits e Csaba Káncz sono stati interrogati come testimoni; entrambi hanno citato dicerie o fonti non nominate/non chiare, e nessuno dei due ha potuto presentare prove concrete. Il rapporto suggerisce che gli attacchi politici coordinati potrebbero essere alla base della continua attenzione al caso di Szőlő Street, con l’obiettivo di limitare l’efficacia del governo. Personaggi del Governo e diversi politici hanno annunciato che avvieranno un’azione legale contro chiunque faccia accuse diffamatorie.
Dibattito politico e ripercussioni sociali
Sebbene le indagini ufficiali non abbiano ancora portato alla luce prove che coinvolgano i politici, i membri dell’opposizione e le figure civiche, tra cui personalità pubbliche e artisti, continuano a tenere sotto i riflettori la questione di Szőlő Street, chiedendo una riforma completa del sistema di protezione dei bambini. Klára Dobrev, András Jámbor e Péter Magyar, leader del Partito Tisza, hanno ripetutamente affermato che il caso non potrà essere archiviato fino a quando non sarà raggiunta la piena trasparenza e non saranno identificati tutti i responsabili.
Lo scandalo di Szőlő Street rimarrà probabilmente in primo piano nel discorso politico e sociale per qualche tempo, data la sua gravità e importanza. I risultati ufficiali attuali indicano che nessun membro del governo è stato coinvolto, ma le questioni di responsabilità, i fallimenti nella protezione dei bambini e la necessità di trasparenza continuano ad essere punti focali nel dibattito politico in corso.

