Presentato il sostegno dell’Ungheria al memoriale di Ottawa delle vittime del comunismo

Budapest, 3 agosto (MTI) 1 Preservare la memoria delle vittime del comunismo è un dovere morale, ha detto giovedì il ministro delle Risorse umane Zoltan Balog al Museo della Casa del Terrore di Budapest.

Il ministro ha consegnato a Ludwik Klimkowski, capo della fondazione canadese Tribute to Liberty, un ingente assegno simbolico di 25 milioni di fiorini (80.380 euro), che il governo ungherese contribuirà alla creazione di un memoriale in onore delle vittime del comunismo a Ottawa.

I costi totali del memoriale sono stimati in 4 milioni di dollari canadesi, il 70 per cento dei quali sarà coperto dal governo canadese L’Ungheria è uno dei maggiori contributori, oltre ai privati fuggiti dagli stati comunisti e che hanno trovato rifugio in Canada.

Balog ha affermato che sostenendo il memoriale, il governo vorrebbe riconoscere il generoso atto del Canada di garantire un paradiso sicuro a 43.000 rifugiati ungheresi dopo la rivoluzione del 1956 Balog ha osservato che nel 2010 il Canada ha designato questo atto come un evento storico nazionale, che secondo lui è un’ulteriore testimonianza del significato delle relazioni tra i due paesi. Il ministro ha affermato che la fine della seconda guerra mondiale ha portato l’Ungheria da una dittatura all’altra, sottolineando che l’anno commemorativo dei Gulag 2015 è stato prorogato fino al 25 febbraio 2017.

Klimkowski ha ringraziato il governo per il suo sostegno ed ha espresso la speranza che il memoriale sarebbe stato completato entro il 60° anniversario della rivoluzione del 1956 Ha invitato i rappresentanti del governo ungherese a partecipare alla cerimonia di inaugurazione Ha detto che il memoriale mira a esprimere che il Canada è un paese di immigrati, con 8 milioni di cittadini che in qualche modo erano stati colpiti dal comunismo.

Maria Schmidt, capo del Museo della Casa del Terrore, ha affermato che il memoriale mostrerà alle generazioni future quanto sia grande un privilegio vivere in un paese libero e democratico.

Foto: MTI

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