Riguardo: La polizia cinese in Ungheria potrebbe avere a che fare con cose oscure e preoccupanti

Come abbiamo riferito prima, gli agenti di polizia cinesi verranno in Ungheria per pattugliare con i loro omologhi ungheresi Il ministero cinese, con cui il governo ungherese ha recentemente firmato diversi accordi, è, tra le altre cose, responsabile del monitoraggio, dell’“boring to their sensa” e persino dell’“repatriating” espatriati cinesi che la pensano diversamente.
La polizia cinese deve affrontare cose discutibili in Ungheria
Privátbankár riferisce che il rapporto di Amnesty International dipinge un quadro cupo dei metodi del regime cinese di controllo delle centinaia di migliaia di studenti cinesi che studiano all’estero I metodi includono una costante sorveglianza digitale e persino personale, oltre a minacce e ricatti contro i familiari che sono rimasti a casa.

Tuttavia, le autorità di polizia cinesi e i servizi segreti stanno cercando di controllare non solo gli studenti ma tutti i cinesi che vivono all’estero.
Un agente cinese fuggito in Australia ha parlato con un giornale australiano di questa pratica, ha spiegato che gli agenti cinesi usano varie storie di copertura per ottenere la fiducia dei dissidenti presi di mira e poi attirarli in paesi terzi da dove possono essere trasportati a casa in Cina, anche con la forza fisica, dove possono essere nascosti al mondo.
Il quotidiano australiano cita diversi esempi di cinesi che vivono in Australia rimpatriati in Cina con mezzi illegali e di agenti cinesi che hanno lavorato sul suolo australiano, raccogliendo informazioni e organizzando azioni contro membri della comunità cinese, utilizzando varie società di copertura e cinesi organizzazioni a questo scopo.
“L’ufficio più oscuro del governo cinese”
Dal punto di vista ungherese, è particolarmente interessante che l’agente cinese fuggito in Australia fosse un dipendente del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, Divisione 1, che lui stesso ha descritto come “l’ufficio più oscuro del governo cinese”.
Si tratta dello stesso ministero il cui capo ha visitato Budapest a metà febbraio di quest’anno, dove ha avuto colloqui con Viktor Orbán e Sándor Pintér, e poi ha firmato accordi di cooperazione in materia di sicurezza i cui dettagli sono ancora sconosciuti.
Secondo il mfor.hu, alla luce di quanto sopra, è ragionevole temere che la presenza di agenti di polizia cinesi in Ungheria e gli accordi di sicurezza possano fornire al regime cinese nuovi strumenti per monitorare i cinesi che vivono in Ungheria e per compiere azioni contro gli “renitents”, comprese estorsioni, minacce e persino violenza fisica.
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