Se non l’economia, allora cosa? La riluttanza dell’Ungheria ad abbandonare il petrolio russo

L’Ungheria ha scatenato nuove tensioni all’interno dell’Unione Europea ponendo il veto ai piani di eliminazione graduale del petrolio russo, adducendo preoccupazioni economiche.
L’Ungheria pone il veto all’eliminazione del petrolio russo
Come riporta Euro News , l’Ungheria ha nuovamente ostacolato lo sforzo collettivo dell’Unione Europea per eliminare gradualmente il petrolio russo, ponendo il veto ad una tabella di marcia volta a porre fine alle importazioni di energia dalla Russia. Il Governo del Premier Orbán sostiene che una tale mossa imporrebbe costi insostenibili alle famiglie ungheresi, avvertendo che le bollette energetiche potrebbero raddoppiare o addirittura triplicare. Nonostante la strategia dell’UE di interrompere i legami energetici con la Russia dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, l’Ungheria mantiene il suo impegno nei confronti del petrolio russo, sostenendo la necessità economica.
Stop alla militarizzazione delle esportazioni di energia
La Commissione Europea ha esortato gli Stati membri ad adottare piani nazionali vincolanti per eliminare il gas, il petrolio e il combustibile nucleare russo. Il Commissario UE per l’Energia Dan Jorgensen ha sottolineato i progressi compiuti finora: l’UE ha cessato le importazioni di carbone dalla Russia e ha ridotto drasticamente le importazioni di petrolio e di gas, anche se l’anno scorso sono stati pagati a Mosca 23 miliardi di euro per l’energia. “Non permetteremo più alla Russia di armare le esportazioni di energia”, ha dichiarato Jorgensen.
Scelta politica o economica?
Tuttavia, gli analisti sostengono che la posizione dell’Ungheria non è giustificata da limiti tecnici o economici. Secondo gli studi congiunti del Centro per lo Studio della Democrazia e del Centro per la Ricerca sull’Energia e l’Aria Pulita, la maggiore dipendenza dell’Ungheria dal petrolio russo, dal 61% prima della guerra all’86% nel 2024, è una scelta politica. Essi sottolineano che l’oleodotto adriatico dalla Croazia potrebbe soddisfare pienamente le esigenze dell’Ungheria con greggio non russo. Ciononostante, l’Ungheria continua ad importare petrolio russo, consentendo alla società energetica MOL di trarre profitto dalla raffinazione del greggio russo più economico e dalla vendita di carburante a prezzi gonfiati, attualmente superiori del 5% rispetto alla media dell’UE.
Le raffinerie sono adattate al petrolio russo
Mentre Orbán sostiene che l’abbandono del petrolio russo costerebbe centinaia di miliardi di fiorini e farebbe aumentare le bollette, una ricerca indipendente suggerisce che l’impatto sarebbe più moderato. Il Climate Policy Institute conclude che l’approvvigionamento di carburante del Paese potrebbe essere mantenuto attraverso l’oleodotto adriatico e le importazioni alternative. Tuttavia, l’Amministratore Delegato di MOL, Zsolt Hernádi, sottolinea che le raffinerie sono state create su misura per il petrolio russo e che il loro adattamento è costoso e complesso.
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