Svolta nell’emigrazione: meno persone lasciano l’Ungheria
Sulla base di un recente sondaggio condotto dal Boston Consulting Group e da Profession.hu, molte meno persone vogliono emigrare dall’Ungheria per lavorare all’estero rispetto a quattro anni fa, mentre i dipendenti stranieri sono meno interessati a lavorare qui.
Secondo portfolio.hu, il sondaggio denominato “Decoding Global Talent 2018” è stato condotto in 197 paesi e ha chiesto a 366 mila dipendenti e 6 mila reclutatori.
Sulla base dei risultati, solo il 35% degli ungheresi desidera lavorare all’estero, una percentuale inferiore alla media globale del 57%.
Inoltre, il tasso era notevolmente diminuito rispetto a quattro anni fa, quando il 58% degli ungheresi affermava che avrebbe voluto trasferirsi all’estero.
La diminuzione è significativa sia tra i giovani adulti che tra le persone altamente qualificate. Il 45% dei giovani andrebbe all’estero rispetto al 60% di quattro anni fa, mentre il 37% del livello altamente qualificato lascerebbe il Paese rispetto al 65%.
È interessante notare che la disponibilità alla mobilità degli ungheresi sotto i 20 anni è del 66% che supera la media globale Gli effetti più importanti si avvertono nei settori IT, business administration e media, Inoltre, il 40% delle persone con un dottorato preferirebbe lasciare il Paese.
Secondo l’indagine, sempre meno persone vogliono emigrare dall’Europa dell’Est in generale, mentre nel 2014 la tendenza era opposta.
Credono che ciò sia dovuto alle economie emergenti dei paesi e alle migliori opportunità di lavoro.
Le destinazioni più popolari sono gli Stati Uniti e la Germania L’attrattiva del Regno Unito è diminuita dopo la Brexit, mentre anche la Svizzera è rientrata nella top list.
Tuttavia, nonostante la Brexit, Londra è ancora la città più attraente, seguita da New York e Berlino La popolarità di città come Dubai, Abu Dhabi e Hong Kong è aumentata molto negli ultimi anni.
Per quanto riguarda le aspettative dei dipendenti, gli ungheresi pongono l’accento sul riconoscimento del lavoro, sul buon rapporto con i colleghi, sull’equilibrio tra lavoro e vita privata e sul buon salario.
Si può dire che è necessario un grande cambiamento di approccio nel contesto economico in evoluzione se un datore di lavoro vuole rimanere competitivo nel lungo periodo.
Immagine in primo piano: MTI

