Trump taglierà la presenza militare americana in Ungheria – Anche il suo stesso partito si indigna

L’amministrazione Trump inizierà a ridurre la presenza militare degli Stati Uniti in diversi Paesi dell’Europa orientale – tra cui Ungheria, Bulgaria e Slovacchia – a partire da metà dicembre, secondo il Kyiv Post. La mossa segue il precedente ritiro della brigata statunitense a rotazione dalla Romania, una decisione che aveva già attirato aspre critiche da entrambi i principali partiti americani.

Washington descrive la mossa come una ricalibrazione “marginale” delle forze, giustificata dalla crescente forza delle forze di terra europee. Il Pentagono insiste che il cambiamento non segnala un impegno ridotto nei confronti della NATO e non mina le garanzie dell’Articolo 5 – la clausola di difesa collettiva dell’alleanza.

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Truppe statunitensi in dispiegamento in Europa nel 2022. Foto: Guardia Nazionale

La Polonia e il Baltico rimangono il fulcro della presenza statunitense

Secondo il Kyiv Post, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha sottolineato che i livelli di truppe in Polonia e negli Stati baltici rimarranno invariati, in quanto questi Paesi costituiscono la pietra angolare della linea di difesa orientale della NATO. La loro “robusta spesa per la difesa” e la stretta collaborazione con Washington sono state citate come base per il loro status privilegiato.

Sebbene CBS News abbia riferito che circa 700 paracadutisti attualmente di stanza in Germania, Romania e Polonia saranno rimandati a casa – senza che siano state ancora assegnate nuove unità per sostituirli – Kyiv Post, Stars and Stripes e funzionari polacchi hanno confermato che nessuna truppa sarà ritirata dalla Polonia.

Contraccolpo politico a Washington

La notizia del ritiro ha immediatamente scatenato l’indignazione politica negli Stati Uniti. I legislatori dei partiti repubblicano e democratico temono che la mossa possa indebolire le capacità di deterrenza della NATO e favorire Mosca.

Il deputato repubblicano Mike Turner, che guida la delegazione statunitense all’Assemblea parlamentare della NATO, ha espresso la sua “profonda preoccupazione”, osservando che tra le violazioni deliberate dello spazio aereo e la postura aggressiva della Russia, il mantenimento di una forte presenza americana sul fianco orientale è più cruciale che mai.

La senatrice democratica Jeanne Shaheen, membro anziano della Commissione per le Relazioni Estere del Senato, ha definito la mossa “profondamente sbagliata”, avvertendo che “invia esattamente il messaggio sbagliato a Vladimir Putin”, che continua la sua guerra contro l’Ucraina e provoca i vicini membri della NATO.

Shaheen ha anche sottolineato che la Romania spende il 5% del suo PIL per la difesa ed è stata un “alleato modello” nella sua cooperazione con gli Stati Uniti.

Preoccupazioni diplomatiche: Colpita anche l’Ungheria

Secondo il Kyiv Post, la riduzione rumena è stata solo il primo passo: nelle prossime settimane sono previste riduzioni simili in Bulgaria, Ungheria e Slovacchia. Mentre il Pentagono descrive questi come “aggiustamenti moderati”, diversi diplomatici della NATO temono che il simbolismo politico della mossa possa inviare un segnale pericoloso a Mosca.

Daniel Fried, ex Assistente Segretario di Stato degli Stati Uniti, ha descritto la decisione come un “compromesso burocratico” piuttosto che una ritirata strategica. Ha affermato che, sebbene il passo non alteri l’equilibrio militare, invia un messaggio politico negativo. “Chiunque prenda sul serio l’aggressione della Russia sa che non è il momento di mostrare debolezza”, ha aggiunto.

NATO: Nessun calo dell’impegno

La NATO ha cercato di rassicurare i suoi membri, sottolineando che le forze statunitensi in Europa rimangono ancora più numerose che in qualsiasi momento degli ultimi anni. L’Alleanza ha osservato che la difesa dei suoi confini orientali si è rafforzata a un “livello senza precedenti” nell’ultimo decennio, in risposta alle azioni aggressive della Russia.

Il Ministro della Difesa dell’Estonia ha anche rilasciato una dichiarazione in cui sottolinea che gli Stati Uniti rimangono pienamente impegnati nella difesa dell’Estonia e dell’intero fianco orientale della NATO.

Sebbene la portata effettiva delle riduzioni di truppe sia relativamente modesta, il messaggio geopolitico alla base della decisione ha generato una risonanza molto maggiore delle sue conseguenze militari dirette.

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