Una buona notizia o un passo indietro? Il Parlamento ungherese vieta la carne allevata in laboratorio

L’Assemblea Nazionale dell’Ungheria ha votato martedì per introdurre un divieto totale sulla produzione e la vendita di carne allevata in laboratorio. In base alle nuove regole, sarà vietato produrre o commercializzare qualsiasi prodotto ottenuto da cellule o tessuti animali coltivati in laboratorio, tranne che per scopi medici e veterinari.
La legislazione è passata con 140 voti a favore, 10 contrari e 18 astensioni.
Che cosa copre il divieto – e che cosa non copre?
Secondo Telex, il divieto si applica esclusivamente alla carne allevata in laboratorio, ossia ai prodotti coltivati a partire da cellule di origine animale al di fuori di un organismo vivente. Non riguarda le alternative di carne a base vegetale, che continueranno ad essere prodotte e vendute liberamente.
L’idea del divieto è emersa per la prima volta la scorsa estate, ma è rimasta stagnante per mesi. Alla fine, il Vice Primo Ministro Zsolt Semjén e il Ministro dell’Agricoltura István Nagy hanno presentato il disegno di legge nel marzo di quest’anno.

Governo: La carne allevata in laboratorio è pericolosa, incerta e una minaccia per la tradizione
Il Ministero dell’Agricoltura sostiene da tempo che la carne allevata in laboratorio “solleva numerose domande e preoccupazioni” ed è presumibilmente insicura. I funzionari sostengono inoltre che la tecnologia alternativa ha una grande impronta ecologica e, secondo il Ministero, potrebbe addirittura approfondire le disuguaglianze sociali.
Il Ministro István Nagy si è spinto oltre, affermando che la carne sintetica potrebbe “rompere le nostre tradizioni e la nostra cultura”, portando potenzialmente alla mancanza di radici e a conseguenze imprevedibili. (Vale la pena notare che nessuno sarebbe stato obbligato a mangiare carne allevata in laboratorio; coloro che preferiscono la carne convenzionale sarebbero stati comunque liberi di consumarla, indipendentemente dalla scelta degli altri).
Anche il Primo Ministro Viktor Orbán ha affrontato l’argomento nel suo discorso annuale per il 2024, affermando che Bruxelles vuole “imporre agli ungheresi la carne sintetica e OGM” invece dei prodotti freschi nazionali.
I sostenitori affermano che si tratta proprio di un passo verso il futuro.
I sostenitori della carne coltivata sostengono che la produzione di carne in laboratorio potrebbe:
- ridurre significativamente il carico ambientale dell’agricoltura,
- offrire una soluzione più sostenibile alle future crisi alimentari,
- porre fine all’allevamento e alla macellazione su larga scala.
La tecnologia sta avanzando a livello internazionale. Singapore ha approvato il primo prodotto di carne allevato in laboratorio nel 2020, e nel 2023 la Food and Drug Administration statunitense ha concluso che i prodotti di due aziende – Eat Just e Upside Foods – sono sicuri da consumare e paragonabili al pollo tradizionale.
Tuttavia, la carne allevata in laboratorio è attualmente disponibile solo in una manciata di ristoranti a Washington, San Francisco e Singapore.

L’Italia è stata la prima nell’UE
L’Ungheria è il secondo Stato membro dell’Unione Europea ad introdurre tale divieto. L’Italia ha vietato la produzione e la vendita di carne coltivata nel novembre 2023. La decisione italiana ha scatenato intense manifestazioni di piazza: l’associazione degli agricoltori Coldiretti e il partito +Europa hanno protestato l’uno contro l’altro, e le tensioni si sono intensificate al punto che è dovuta intervenire la polizia.
In Italia, l’alimentazione è una parte centrale dell’identità nazionale e i sostenitori del divieto hanno citato principalmente la protezione delle tradizioni culturali e di qualità.
Ampio sostegno politico al divieto in Ungheria
Nella votazione di martedì, non solo Fidesz-KDNP ma anche Jobbik, Mi Hazánk, Párbeszéd e tre ex parlamentari LMP hanno sostenuto il divieto.
La nuova legge è considerata uno dei regolamenti più severi sulla carne coltivata a livello mondiale e probabilmente scatenerà importanti dibattiti sul futuro dell’industria alimentare, sia in Ungheria che a livello internazionale, nei prossimi anni.
Il nostro precedente rapporto:

