Una volta gli ingegneri ungheresi misero due motori a reazione su un carro armato e lo chiamarono camion dei pompieri

Gli incendi dei pozzi di petrolio sono disastri terribili e molto più difficili da estinguere. Mentre il pozzo brucia, pompa continuamente grandi volumi di petrolio altamente infiammabile in superficie. Ma gli ingegneri ungheresi hanno trovato una soluzione brillante anche per questa catastrofe.
Questi incendi non sono solo estremamente pericolosi, ma causano anche enormi danni finanziari e un grave inquinamento ambientale. I metodi tradizionali, come l’iniezione di grandi quantità di acqua di mare direttamente alla base del pozzo, pur essendo efficaci, tendono ad essere lenti e proibitivi.
Durante la Guerra del Golfo del 1991, mentre le forze irachene si ritiravano dal Kuwait, hanno dato fuoco a circa 600 pozzi petroliferi nel tentativo di paralizzare l’industria petrolifera del Paese, secondo IFLScience. Gli inferni risultanti crearono devastazioni diffuse e pennacchi di fumo tossico che le tattiche antincendio convenzionali hanno faticato a contenere.

È stato in questo momento critico che è entrato in scena il Big Wind, una macchina straordinaria progettata e costruita da ingegneri ungheresi. Il Big Wind è un camion dei pompieri montato su un telaio di carro armato da 42 tonnellate, equipaggiato con due motori a reazione MiG-21. Come riporta Earthly Mission, la base della macchina era un carro armato T-34 di epoca sovietica, privato dei cannoni per fare spazio ai due motori a reazione lunghi tre metri.
Il Big Wind funziona combinando il potente flusso d’aria generato dai motori a reazione con la dispersione di vapore acqueo. Poteva far esplodere fino a 830 litri di acqua al minuto nell’incendio, spinti da correnti d’aria che si avvicinavano alla velocità del suono. Questa combinazione soffoca rapidamente le fiamme privandole dell’ossigeno e raffreddando l’olio, interrompendo di fatto la reazione a catena della combustione.
La macchina richiedeva un equipaggio di tre persone: un autista per manovrare il serbatoio, un controllore per regolare i getti d’acqua e un comandante antincendio che dirigeva le operazioni dall’esterno. È interessante notare che il Big Wind aveva un primo prototipo risalente al 1968 in Unione Sovietica, che combinava un motore a reazione MiG-15 con un camion ZIL, e fu utilizzato per spegnere un grave incendio di petrolio vicino ad Algyő, in Ungheria.
Partendo da questo concetto, l’azienda ungherese ha perfezionato ulteriormente la macchina, dando vita al veicolo antincendio dall’aspetto apocalittico che alla fine sarebbe stato impiegato in Kuwait per affrontare gli inferni più imponenti.
Il Big Wind è un esempio iconico dell’ingegnosità ingegneristica ungherese. Anche se queste macchine non si sono mai diffuse in tempi moderni, il Big Wind ha dimostrato la sua efficacia ed è rimasto in servizio fino al novembre 1991, quando l’ultimo incendio di un pozzo petrolifero del Kuwait è stato definitivamente spento.
Sebbene oggi sia più che altro una curiosità storica, il Big Wind vive nella memoria collettiva dei professionisti della risposta agli incendi e ai disastri come simbolo di una soluzione coraggiosa e inventiva dei problemi.
Quindi il Big Wind non è stato solo una meraviglia di creatività ingegneristica, ma anche un’innovazione salvavita di fronte a uno dei più devastanti disastri petroliferi della storia. Grazie all’innovazione e al coraggio dei suoi creatori ungheresi, è stato possibile tenere sotto controllo anche le fiamme più ardenti, alimentate da centinaia di pozzi in tutta la nazione.
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