Sconvolgente: Tribunale condanna pakistano per violenza sessuale su minore in Ungheria

Nell’aprile 2025, il Tribunale di Debrecen ha emesso una sentenza definitiva in un caso che aveva attirato una notevole attenzione da parte dell’opinione pubblica. Un cittadino pakistano è stato condannato a tre anni di reclusione ed espulso dall’Ungheria per cinque anni dopo aver commesso una violenza sessuale su una minorenne a Hajdúszoboszló.
Il caso è stato discusso per la prima volta presso il tribunale distrettuale di Hajdúszoboszló, dove l’imputato è stato riconosciuto colpevole di aggressione indecente nel dicembre 2024. In quell’occasione, è stato condannato a un anno di carcere e gli è stato vietato di svolgere qualsiasi lavoro legato all’educazione, alla supervisione e alla cura dei minori di 18 anni. All’epoca, il tribunale non aveva accertato la coercizione sessuale imputata nel capo d’imputazione. L’accusa ha fatto appello contro la condanna di primo grado per l’aggravante e la difesa per l’attenuante, e il caso è stato rinviato al secondo grado.

La Corte d’appello di Debrecen ha applicato una classificazione giuridica più grave, riclassificando l’atto come reato di coercizione sessuale. Secondo Infostart, l’imputato non solo aveva tenuto una condotta immorale, ma aveva anche usato la coercizione per soddisfare il suo desiderio sessuale con una vittima minorenne, che si trovava in una situazione di minaccia. Alla luce di ciò, la pena è stata aumentata a tre anni di reclusione e l’imputato è stato espulso dall’Ungheria per cinque anni. La sentenza è ora definitiva.
Dettagli dell’aggressione
Secondo i fatti accertati nella sentenza di condanna, l’imputato si è recato da Debrecen a Hajdúszoboszló il 1° aprile 2024 per incontrare una donna che aveva pubblicizzato servizi sessuali online. Alla stazione ferroviaria, ha avvicinato la donna e si sono incamminati verso una vicina area boschiva. Nonostante abbia consegnato il pagamento pattuito, l’atto sessuale non ha avuto luogo. Frustrato, l’imputato è tornato alla stazione ferroviaria, dove ha notato una ragazzina di 12 anni accompagnata da due bambini più piccoli. A questo punto sono iniziati gli eventi che sono diventati oggetto del procedimento penale.

L’imputato ha iniziato a seguire i tre minori mentre tornavano a casa. I bambini si sono accorti di essere seguiti e si sono spaventati. L’uomo ha cercato di stabilire un contatto salutando e poi ha chiesto alla vittima di 12 anni i dati per contattarla sui social media. Quando la bambina si è fermata, l’accusato ha approfittato della vicinanza fisica: con una mano ha afferrato il sedere della bambina contro la sua volontà. La bambina ha immediatamente spinto via l’uomo e ha cambiato passo, ma l’accusato ha continuato a seguirle. Li ha fermati di nuovo poco dopo, quando l’uomo ha accarezzato il petto della vittima attraverso la stoffa. La bambina ha continuato a protestare e poi è corsa a casa con i due figli più piccoli, dove ha raccontato in lacrime l’accaduto alla sua famiglia.
La valutazione del tribunale
La corte d’appello ha chiaramente stabilito che l’imputato aveva commesso il reato con intento sessuale. Ha valutato la situazione della vittima come minacciosa, in quanto l’età della bambina e il comportamento dell’uomo si sono combinati per creare una situazione di vulnerabilità. Secondo la corte, l’obiettivo dell’imputato era la soddisfazione diretta del suo desiderio sessuale, per cui l’atto non poteva essere considerato un reato minore. La sentenza finale significa che l’uomo non potrà tornare in Ungheria dopo aver scontato la pena durante il periodo di espulsione.
Rimanete informati! Per saperne di più sulla criminalità in Ungheria, leggi QUI!
Leggi anche:

