Riapre il rinnovato museo del vescovo Márton nel centro della Romania

Il museo di Áron Márton, il etnico Vescovo ungherese di Alba Iulia (Gyulafehérvár) dal 1939 al 1980, è stato riaperto nel suo villaggio natale Sandominic (Csíkszentdomokos), nella regione centrale dello Szeklerland, in Romania, sabato.

Il museo è stato ampliato con una sezione di documenti dei servizi segreti rumeni sul vescovo, nonché elementi interattivi digitali e meccanici.

Intervenendo alla cerimonia di apertura, Árpád János Potápi, segretario di Stato per le comunità ungheresi all’estero, ha osservato che i detentori del potere comunista non sono riusciti a spezzare il vescovo, che si era ripetutamente schierato a favore degli oppressi.

Áron Márton (1896-1980) è stato un importante rappresentante della vita pubblica ungherese in Transilvania.

Nel 1944, condannò la prevista deportazione degli ebrei ungheresi e rumeni, per le sue attività durante questo periodo, gli fu conferito il titolo di “Giusto tra le nazioni” dall’istituto Yad Vashem di Gerusalemme nel 1999.

Un convinto sostenitore della libertà religiosa e dei diritti umani, Márton divenne un schietto oppositore del regime comunista dittatoriale della Romania Fu arrestato nel 1949 e condannato all’ergastolo nel 1951, su pressione internazionale, fu infine rilasciato nel 1955 ma non gli fu permesso di lasciare l’edificio vescovile dal 1956 al 1967.

Foto: www.facebook.com/PotàpiÁrpádJános

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