Non penseresti nemmeno quante invenzioni il mondo deve all’Ungheria

Secondo vilaghalo.info, un uomo ungherese ha visto uno spot pubblicitario sulla sua terra natale e questo lo ha ispirato a utilizzare solo cose inventate dagli ungheresi per un’intera giornata.

In primo luogo, ha preso una penna a sfera (inventata da László József Bíró nel 1931) e ha inciso UNGHERESI INVENTIVI! a un pezzo di carta e poi lo ha attaccato al suo frigorifero (Leo Szilárd, 1929) con un magnete.

Poi si avvicinò alla finestra e, tanto per restare fedele alla sua decisione, sbirciò con un binocolo il vicino (József Petzvál, 1840) Purtroppo la donna della porta accanto non si spogliava È risaputo che le donne ungheresi sono le più belle del mondo ma non è proprio chiaro chi le abbia inventate.

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Tirò fuori una scatola di fiammiferi ma non poteva accenderli sulla suola dello stivale come le star del cinema western, così usò un fiammifero rumoroso e non esplosivo (János Irinyi, 1836) Fumò una sigaretta, che non fu inventata dagli ungheresi ma secondo una leggenda giapponese, il diavolo in persona, Tuttavia, è piacevole al mattino.

Sapeva che sarebbero state 24 ore difficili. Guardò l’adesivo olografico (Dénes Gábor, 1947) su una delle sue custodie per CD, poi per prevenire le malattie e ovviamente per ragioni patriottiche, prese della vitamina C (Albert Szent-Györgyi, 1931) che è sempre buono. Fece una telefonata con la gratificante consapevolezza che anche la centrale telefonica è un’invenzione ungherese (Tivadar Puskás, 1878). Scattò una foto della vicina con la sua macchina fotografica automatica (József Mihályi, 1938). Era vestita ma è ancora più di niente. Poi mise le lenti a contatto (István Győrffy, 1959), che era un po’ dura poiché non indossava gli occhiali. Lo faceva ancora per il suo paese.

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Ha giocato un pò sul suo computer (János Neumann, 1944) con l’aiuto di occhiali 3D ipermoderni (Dániel Rátai, 2010) che ha rubato da un istituto di ricerca.

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Poi ha risolto il Cubo di Rubik (Ernő Rubik, 1976), iniziò a suonare un vinile su un grammofono tradizionale e guardò il colorcast sapendo che sono entrambe invenzioni di Károly Péter Goldmark dello stesso anno, 1948. Stampò un tavolo Excel (Károly Simonyi, 1974) e pianificò le restanti ore del suo giorno.

Uscì in strada e poiché poteva permettersi di rubare solo una nuova edizione della Ford T-Model (József Galamb, 1908), andò in giro con quella Poi passò a un motore diesel BMW (Ferenc Anisits, 1983) ma lo guidò solo per un po’ e lo lasciò su una curva Stava cercando il suo prossimo furto quando vide una Chevrolet con cambio automatico (László József Bíró, 1932) Dopo tutto questo, fu davvero facile salire su un Maggiolino Volkswagen che fa parte del lavoro di Béla Barényi (1925) con il suo design simbolico.

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Dopo tutto questo male, potrebbe non essere l’idea migliore per scappare in bicicletta, ma comunque ha acceso la dinamo (Ányos Jedlik, 1861) responsabile delle luci. La polizia lo ha catturato rapidamente ma è stato fortunatamente trasportato da un elicottero (Oszkár Asbóth, 1928). Mentre cercava di restare in equilibrio sul pavimento con le mani legate dietro la schiena, era un po’ triste che le manette non fossero state inventate dagli ungheresi.

Infine, stava esaminando la sua lista e si sentiva dispiaciuto di non aver incontrato quel giorno un giornalista vincitore del Premio Pulitzer (József Pulitzer, 1917). Gli mancava anche vedere una luce che trasmetteva cemento (Áron Losonczi, 2001). Poi si rese conto che non era del tutto impossibile, così iniziò la solmizzazione nella babele a bordo dell’elicottero, utilizzando i metodi della tecnica di insegnamento della musica di fama mondiale, il metodo Kodály (Zoltán Kodály, 1929).

Fonte: www.vilaghalo.info

Foto: www.facebook.com/C6H8O6

Editor di copie: bm

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