Gravi accuse contro il fiore all’occhiello del giornalismo investigativo ungherese Átlátszó: “mina le fondamenta dello Stato”

L'”organizzazione di pressione politica” Átlátszó (atlatszo.hu), finanziata da gruppi di interesse stranieri, sta operando “un sistema di informatori che mina le fondamenta dello Stato” attraverso i suoi siti web “Ki mit tud” e “MagyarLeaks”, ha dichiarato martedì Mate Tordai, direttore degli affari esteri del gruppo civile CÖF-CÖKA, in una conferenza stampa.
Infinite richieste di dati di interesse pubblico
“Ki mit tud“, ha detto, era una piattaforma per montare richieste di dati di interesse pubblico “senza fine” da parte di enti statali, mentre la piattaforma“MagyarLeaks” faceva trapelare e diffondeva tali dati. Questo sistema di whistleblowing sostenuto dall’Open Society Institute fondato da George Soros, ha aggiunto, “rappresenta una minaccia per l’Ungheria e per i cittadini ungheresi” e “offre infinite opportunità di abuso alla destra”.
Ha insistito sul fatto che la stessa Átlátszó ha svolto questa attività fittizia per conto di persone inesistenti.
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Le informazioni diffuse attraverso “MagyarLeaks” non potevano essere verificate in modo sostanziale, quindi si trattava essenzialmente di una “piattaforma di disinformazione e di uno strumento per campagne diffamatorie”, ha affermato.

Condividere i dati con gli attori internazionali
Le richieste di libertà di informazione sono accompagnate da obblighi e responsabilità, ha detto, menzionando la protezione della sicurezza nazionale e dei diritti degli altri.
“La divulgazione e la condivisione di dati statali con attori internazionali che servono interessi stranieri senza autorizzazione viola l’interesse pubblico, la sovranità dello Stato e l’ordine democratico”, ha detto Tordai.
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Tali attività “possono avere conseguenze penali”, ha detto, aggiungendo che coloro che ottengono informazioni per una potenza straniera “commettono spionaggio”, punibile fino a 15 anni di carcere.
Le catene di supermercati di proprietà straniera prendono il controllo
Il capo dell’organizzazione sindacale egyenlo.hu, Csaba Bubenkó, ha detto alla conferenza stampa che sei catene di supermercati di proprietà straniera in Ungheria stanno prendendo costantemente il controllo del mercato alimentare e dell’industria alimentare ungherese, mettendo in svantaggio i rivenditori e i trasformatori di proprietà nazionale.
Il sindacato e CÖF-CÖKA vogliono che le agenzie statali riconoscano che gli interessi delle multinazionali in materia di importazioni devono essere bilanciati rispetto agli obblighi di esportazione, in modo che i produttori alimentari ungheresi possano distribuire i loro prodotti sul mercato europeo. Lo Stato dovrebbe introdurre misure per proteggere gli interessi economici ungheresi e garantire salari di livello europeo ai lavoratori ungheresi, ha aggiunto.
Inoltre, ha chiesto di rivedere l’imposizione di prodotti agricoli ucraini esenti da dazi, dannosi per la salute.
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