Il panico da AI è valido? Il commissario ungherese per l’AI risponde alla domanda

È improbabile che l’intelligenza artificiale diventi autocosciente nella struttura attuale, ha dichiarato László Palkovics, commissario governativo per l’AI, nel podcast The Bold Truth About Hungary di giovedì.
Palkovics ha detto a Zoltán Kovács, segretario di Stato per la comunicazione e le relazioni internazionali, che l’IA autocosciente non potrebbe essere creata “per caso”, ma solo deliberatamente. “Ma perché l’umanità dovrebbe volere un nemico per sé?”, ha detto il commissario. “Ne abbiamo già in abbondanza, quindi cerchiamo strumenti o cose che ci aiutino, e queste non possono diventare autocoscienti”.
“Quindi penso che queste paure siano interessanti e si prestino a buone discussioni… meno con i matematici e gli ingegneri, ma soprattutto con i filosofi o gli studiosi di religione”, ha detto Palkovics.
Ha detto che i tipi di modelli che potrebbero essere sviluppati e la velocità con cui potrebbero essere addestrati dipendono dai dati, dalla capacità di calcolo, da un ambiente legale e finanziario chiaro, nonché “dall’intento e dal talento che delineano le possibilità” per l’uso dell’AI. L’Ungheria, ha aggiunto, soddisfa tutti questi requisiti.
Palkovics ha ricordato il supercomputer Komondor dell’Ungheria, con una capacità di calcolo di 5 petaflop, e che presto sarà lanciata una procedura di appalto pubblico per un supercomputer da 20 petaflop, chiamato Levente.
Ha detto che l’Ungheria si trova in una buona posizione per quanto riguarda la capacità di calcolo e di archiviazione, e che il mix energetico del Paese copre il fabbisogno energetico di un supercomputer.
Alla domanda se pensava che l’Ungheria dovesse sviluppare un proprio modello linguistico di grandi dimensioni (LLM), Palkovics ha risposto che un’IA di questo tipo non sarebbe stata competitiva rispetto ai modelli internazionali come un LLM, ma sarebbe stata competitiva in una serie di altre aree.
Ha detto che ciò che contava erano i dati su cui tale modello veniva addestrato, spiegando che l’Ungheria era fortunata perché disponeva di dati strutturati sull’agricoltura, la silvicoltura, la gestione dei giochi e il database dell’Ufficio centrale di statistica.
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