Segreti del comunismo ungherese: come Kádár si rifiutò di reclamare la Transilvania

Pochi sanno che János Kádár aveva una profonda paura di volare ed era spesso teso in aria. Durante i voli, gli piaceva parlare con l’ingegnere di volo seduto accanto a lui, Sándor Nagyváthy, al quale una volta rivelò un segreto scioccante: Brezhnev aveva proposto di restituire la Transilvania all’Ungheria.

Ha volato con Kádár

Come riporta Blikk, una delle figure più importanti del Museo dell’Aria di Ferihegy è il 76enne Sándor Nagyváthy, che ha lavorato per decenni come ingegnere di volo presso Malév, la compagnia aerea nazionale ungherese. Ora in pensione, guida i visitatori tra gli aerei d’epoca parcheggiati vicino all’Aeroporto Internazionale Liszt Ferenc di Budapest e condivide storie che ha dovuto tenere segrete per molti anni.

Il suo posto nella storia dell’aviazione è assicurato non solo per le sue competenze tecniche, ma anche perché ha volato spesso con János Kádár – a volte ascoltando i segreti più riservati della nazione ad alta quota.

János Kádár in Csillebérc in 1973
János Kádár a Csillebérc, 1973. Fonte: Fortepan / Tamás Urbán

Nagyváthy non era coinvolto nella politica; era un tecnico esperto che si è trovato per caso vicino al potere. Kádár, notoriamente timoroso di volare, richiedeva sempre una mano ferma a bordo. Il nome di Nagyváthy compariva spesso nei registri di manutenzione perché risolveva costantemente problemi tecnici complessi.

Per i leader del partito, la sua presenza divenne sinonimo di sicurezza: “Se Nagyváthy è a bordo, non c’è nulla di cui preoccuparsi”. Questo profondo senso di fiducia apriva la porta a momenti in cui il capo del partito alleviava la sua ansia a metà volo rivelando segreti, informazioni riservate mai destinate al pubblico.

La proposta di riunire la Transilvania

Una delle rivelazioni più sorprendenti risale al 1971. Sulla via del ritorno da Bucarest, un amareggiato Kádár disse a Nagyváthy che il capo del partito sovietico Leonid Brezhnev aveva preso seriamente in considerazione la possibilità di riunire la Transilvania all’Ungheria. Il piano alla fine si è sciolto perché la leadership ungherese temeva che le condizioni economiche disastrose della regione sarebbero state un fardello troppo pesante.

János Kádár Ferihegy
János Kádár a Ferihegy. Foto: Fortepan / FSZEK Budapest Collection / György Sándor

Secondo quanto riferito, Kádár lo disse senza mezzi termini: “Non ci sarà alcuna riunificazione”, chiudendo la porta a un’opportunità storica mai menzionata dalla stampa. Lo zio Sanyi ha ricordato il momento a Blikk:

Kádár volò a Bucarest in un aereo come questo, ma ebbe un litigio con Ceausescu e salì a bordo del volo di ritorno visibilmente turbato. “Compagno Nagyváthy, non ci sarà alcuna riunificazione. La povertà nei villaggi è così grave che costerebbe troppo all’Ungheria. Il compagno Apró e il compagno Fock sono contrari”, mi disse Kádár, proprio qui, seduto in questa stessa poltrona. I giornali non ne hanno mai parlato e io ho dovuto rimanere in silenzio.

Un uomo nervoso che parlava molto

Le storie di Nagyváthy Sándor sono più che semplici aneddoti sull’aviazione: offrono un raro sguardo dietro la cortina del potere. Ha rivelato che Kádár soffriva di una grave ansia da volo, spesso utilizzando il tempo a bordo per sfogare pensieri che non avrebbe mai condiviso altrove. Sull’aereo, il capo del partito era teso, a volte calmando i nervi con battute, altre volte con confessioni intime.

Sebbene fosse spesso circondato da persone che lo trattavano come una figura più grande della vita, in volo diventava sorprendentemente umano. Non voleva associarsi esclusivamente a coloro che vedevano solo la sua autorità; invece, si è seduto nervosamente sugli stessi sedili di tutti gli altri, confessando di tanto in tanto gli schiaccianti segreti del regime.

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