Il declino della popolazione ungherese si aggrava: cosa c’è dietro la diminuzione?

Secondo gli ultimi dati preliminari dell’Ufficio Centrale di Statistica ungherese (KSH), nell’agosto 2025 sono nati 6.360 bambini, con un calo del 5,7% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso – 386 neonati in meno. Allo stesso tempo, sono morte 8.908 persone, il che rappresenta un miglioramento del 15% rispetto all’agosto 2024, ma il saldo è rimasto negativo: il calo naturale della popolazione è stato di 2.548 persone. Alla fine dell’articolo, daremo uno sguardo ai fattori che spiegano il declino della popolazione in Ungheria.

Tra gennaio e agosto, sono nati in totale 48.093 bambini, con un calo del 6,7% rispetto all’anno precedente. Il calo è stato visibile in quasi tutti i mesi, in particolare nei mesi di febbraio-marzo (-8,6%) e aprile-maggio (-12%), secondo i dati pubblicati da Pénzcentrum sulla base dell’ultimo rapporto di KSH.

Il tasso di fertilità continua a scendere

Il tasso di fertilità totale stimato per il 2025 è di appena 1,31 figli per donna, più basso rispetto al dato del 2024 di 1,38. Questo indicatore illustra quanto l’Ungheria sia ancora lontana dal garantire la sostituzione naturale della popolazione.

Secondo InfoStart, il demografo Zsolt Spéder ha osservato che il calo delle nascite fa parte di una tendenza globale. Anche in Paesi altamente sviluppati, come la Finlandia e la Norvegia, le coppie hanno meno figli. La Corea del Sud e Taiwan hanno affrontato una situazione estrema per anni, con tassi di fertilità costantemente inferiori a 1: un segno di una profonda crisi demografica.

Sebbene il dato dell’Ungheria sia ancora leggermente più alto, il continuo declino è allarmante, soprattutto se si considera la diminuzione del numero di donne in età fertile.

Decessi e declino naturale della popolazione

Nei primi otto mesi del 2025, in Ungheria sono morte 82.996 persone, l’1,2% in meno rispetto allo stesso periodo del 2024. Tuttavia, il leggero miglioramento della mortalità non è riuscito a compensare il calo delle nascite: il calo naturale della popolazione ha raggiunto 34.903 unità, ovvero il 7,5% in più rispetto all’anno scorso.

Ciò significa che in un solo semestre, l’Ungheria ha perso l’equivalente della popolazione di una città di medie dimensioni.

Meno matrimoni

Anche il numero di matrimoni è diminuito. Ad agosto, 6.370 coppie si sono unite in matrimonio, il 5,1% in meno rispetto all’anno precedente. Tra gennaio e agosto 2025, sono stati registrati 30.976 matrimoni – 1.804 in meno rispetto allo stesso periodo del 2024.

Dietro il declino: Non solo numeri

La situazione dell’Ungheria non è unica, ma fa parte di una più ampia crisi demografica che colpisce molti Paesi sviluppati. Gli esperti indicano diversi fattori: un minor numero di donne in età fertile, una minore fertilità tra le donne in coppia e una crescente incertezza sociale ed economica.

Oltre all’economia, anche questioni come l’istruzione, l’assistenza sanitaria e le condizioni sociali giocano un ruolo cruciale. Il sistema sanitario ungherese ha lottato a lungo con finanziamenti insufficienti e carenze, in particolare nell’assistenza ostetrica, che può scoraggiare le giovani coppie dall’avere figli. I rapporti sulla cosiddetta “violenza ostetrica” – casi di maltrattamenti e violazioni dei diritti delle madri durante il parto – contribuiscono ulteriormente alla riluttanza delle donne a partorire in Ungheria, e alcune scelgono di creare una famiglia all’estero.

Anche le prospettive dei giovani sono poco incoraggianti. La revisione del sistema educativo, il basso prestigio della professione di insegnante e le opportunità di lavoro internazionali rendono spesso l’emigrazione più attraente. Per coloro che rimangono, difficoltà come i costi elevati degli alloggi, le condizioni instabili del mercato del lavoro e l’aumento delle spese di vita spesso ritardano o impediscono la formazione di una famiglia.

In breve, le sfide demografiche dell’Ungheria non sono semplicemente biologiche o statistiche, ma profondamente intrecciate con la struttura socioeconomica del Paese e lo stato dei servizi pubblici.

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