Disputa petrolifera russa in Ungheria: lotte di mercato o conflitti interni

L’Europa è stata agitata dalle dichiarazioni dei governi ungherese e slovacco, che accusano l’Ucraina di interrompere la loro fornitura di petrolio russo attraverso le sanzioni imposte alla compagnia petrolifera Lukoil Nonostante la protesta, le indagini della Commissione europea e le dichiarazioni di vari funzionari hanno confermato che non ci sono state carenze di carburante o aumenti dei prezzi.

Contesto della disputa petrolifera russa

Il 16 luglio il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó ha incontrato a New York il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, in seguito al loro incontro Szijjártó ha dichiarato pubblicamente per la prima volta che le sanzioni ucraine stavano causando problemi, ha aggiunto che erano già in corso negoziati con la Russia per trovare una soluzione.

Alla fine dell’estate, i funzionari ungheresi, tra cui Szijjártó, hanno espresso fiducia di essere vicini a risolvere la questione, assicurando che il petrolio russo avrebbe continuato a fluire verso l’Ungheria e la Slovacchia come in passato, Tuttavia, la situazione rimane politicamente carica Ungheria e Slovacchia hanno criticato la Commissione europea per non essere intervenuta o aver convocato colloqui tra Bruxelles e Kiev, sostenendo che la conclusione della Commissione secondo cui non c’era alcun problema era fuorviante, come noi precedentemente riportato.

Conti contrastanti e dettagli poco chiari

L'Ungheria potrebbe trovarsi di fronte alla carenza di petrolio? il petrolio russo
Fonte: canva.com

Secondo il Válasz in linea, ci sono discrepanze significative nei conti di ciò che è accaduto Le autorità ucraine hanno dichiarato di aver informato Mol, la compagnia petrolifera ungherese, e Lukoil in anticipo sulle sanzioni previste, concedendo tempo per gli aggiustamenti Mol avrebbe assicurato alla compagnia statale ucraina di oleodotti che il petrolio di Lukoil non sarebbe transitato attraverso l’Ucraina, e l’Ucraina ha successivamente comunicato che il commercio poteva continuare senza problemi Secondo l’Ucraina, le loro sanzioni non hanno comportato alcuna riduzione delle consegne di petrolio a Mol.

Tuttavia, da fonti del settore sono emersi dettagli contrastanti, è stato riferito che quattro commercianti di petrolio, tra cui una filiale svizzera legata a Lukoil, erano coinvolti nel trasporto di petrolio attraverso l’Ucraina alle raffinerie di Bratislava e in Ungheria L’Ucraina ha dichiarato che la filiale non era soggetta alle sanzioni e, dopo un’indagine, la Commissione europea ha concluso che l’Ucraina non stava limitando il transito.

Alcune fonti hanno affermato che la società ucraina di oleodotti aveva citato erroneamente Mol, suggerendo che fossero stati nominati solo due commercianti, non quattro. Ciò includeva Litasco, una società collegata a Lukoil, e Normeston, una filiale svizzera con legami ungherese-russi, sollevando dubbi su chi fosse effettivamente coinvolto.

Persiste l’incertezza su quanto petrolio sia stato colpito dalle sanzioni La compagnia ucraina di oleodotti ha stimato che 260.000 tonnellate di petrolio destinate alla Slovacchia e 105.000 tonnellate all’Ungheria non sono arrivate a luglio a causa delle restrizioni autoimposte da Lukoil Tuttavia, il quotidiano economico russo * Kommersant * ha riportato cifre diverse, con solo 94.000 tonnellate in meno rispetto a quanto pianificato consegnate all’Ungheria e 189.000 tonnellate in meno alla Slovacchia.

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La raffineria di MOL a Százhalombatta. Foto: FB/MOL

Ad agosto, secondo quanto riferito, le forniture di petrolio attraverso l’Ucraina erano tornate alla normalità, con Mol che acquistava petrolio da altri commercianti invece di Lukoil. Vari rapporti suggerivano che Normeston fosse diventato il nuovo fornitore, acquistando petrolio da Rosneft, un’altra società statale russa, piuttosto che da Lukoil.

Alcuni esperti suggeriscono che l’intera situazione potrebbe derivare dalla concorrenza interna tra le compagnie petrolifere russe, con Rosneft che tenta di spingere Lukoil fuori dal mercato UE rimanente Tuttavia, secondo Kommersant, Lukoil è stata sostituita da Tatneft, una compagnia petrolifera russa con sede nel Tatarstan che ora, secondo quanto riferito, domina i mercati slovacco e ungherese, Tuttavia, il portale riporta che le sue fonti indicano che Mol non ha collegamenti diretti con Tatneft.

Anche i funzionari ungheresi hanno lanciato soluzioni diverse. Gergely Gulyás ha menzionato un potenziale accordo per Mol per acquistare il petrolio di Lukoil direttamente al confine russo-ucraino, anche se gli esperti hanno sottolineato che questo suggerimento era geograficamente impreciso, poiché l’oleodotto Druzhba (Amicizia), la via principale per il petrolio, non collega direttamente i due paesi ma attraversa la Bielorussia.

Conseguenze politiche ed economiche

La confusione è stata ulteriormente accentuata dalle dichiarazioni dei funzionari ucraini Mikhail Podolyak, consigliere del presidente ucraino, ha suggerito in un’intervista ai media che l’oleodotto Druzhba, che fornisce petrolio russo, potrebbe essere chiuso entro la fine dell’anno. Successivamente si è corretto, chiarendo che l’oleodotto non sarebbe stato chiuso fino al 2029, evidenziando la continua confusione e problemi di comunicazione che circondano la questione.

Questa saga in corso illustra le complessità del commercio di petrolio tra Russia e Stati membri dell’UE, come commenta *Válasz Online * sulla questione Le dichiarazioni contrastanti di governi, aziende ed esperti creano un ambiente di incertezza e rendono difficile accertare la vera natura del problema Gli addetti ai lavori ritengono addirittura che questo potrebbe essere parte di una più ampia competizione tra le compagnie petrolifere russe, con l’Ucraina e gli Stati membri dell’UE intrappolati nel mezzo.

In definitiva, la questione mette in mostra quanto sia diventato invischiato e politicizzato il commercio di energia tra Russia e UE Le dichiarazioni dei politici, dei media e persino degli esperti del settore sembrano spesso inaffidabili, contribuendo a una più ampia narrativa di sfiducia.

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Immagine in primo piano: depositphotos.com

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