I legislatori ungheresi adottano il 9° emendamento costituzionale: la madre è una donna e il padre è un maschio

Martedì i legislatori hanno adottato il nono emendamento alla costituzione ungherese, secondo cui una madre è una donna e un padre un uomo.
L’emendamento sponsorizzato dal governo è passato con 134 voti favorevoli, 45 contrari e cinque astensioni.
La legge fondamentale ora protegge il diritto del bambino a identificarsi con il proprio genere alla nascita e un’educazione basata sull’identità costituzionale e sulla cultura cristiana dell’Ungheria.
Il testo esplicativo afferma che l’ideologia occidentale sta cambiando in un modo che richiede di garantire il diritto del bambino all’identità personale in linea con il suo genere alla nascita, al fine di proteggere il bambino da interventi mentali o biologici che incidono sul suo benessere fisico e mentale.
Crescere i bambini secondo l’“identità costituzionale e la cultura cristiana dell’Ungheria dà alle nuove generazioni la possibilità di conoscere l’identità ungherese e di proteggere la sua sovranità, nonché il ruolo nazionale del cristianesimo
ha aggiunto.
Nel frattempo, il nono emendamento costituzionale stabilisce anche che l’aumento delle entrate e della spesa è affare dello Stato Una legge cardinale correlata influisce sulle norme che regolano i trust pubblici che svolgono compiti pubblici.
L’indipendenza dal governo delle fondazioni pubbliche che svolgono compiti pubblici come alcuni istituti di istruzione è tutelata costituzionalmente anche in seguito alla modifica.
L’istituzione, il funzionamento e lo scioglimento delle fondazioni deve essere disciplinato da una legge cardinale che richiede una maggioranza di due terzi Ciò aumenta la certezza del diritto poiché è necessario un consenso politico per modificarle, secondo il testo esplicativo.
Anche sei tipi costituzionali di ordinamento giuridico speciale che hanno definito lo stato di emergenza devono essere ridotti a tre: lo stato di guerra, lo stato di emergenza e lo stato di pericolo.
Sarà richiesta una maggioranza di due terzi per dichiarare lo stato di emergenza, che potrà verificarsi se si tenta di rovesciare l’ordine costituzionale o di lanciare un colpo di stato, o se si verifica un atto illegale che mette in pericolo la sicurezza della vita o della proprietà su scala di massa.
Questo ordinamento giuridico speciale può essere imposto per trenta giorni e prorogato dal Parlamento per altri trenta giorni se la situazione in questione lo giustifica.
Il nuovo testo rafforza la definizione di stato di pericolo in modo che si possa dichiararlo solo in caso di “disastro o incidente industriale che metta in pericolo la sicurezza della vita e della proprietà”.
Ciò richiede anche una maggioranza parlamentare di due terzi e può durare fino a trenta giorni.
L’emendamento costituzionale entrerà in vigore il giorno dopo la sua promulgazione Le norme relative all’ordinamento giuridico speciale entreranno in vigore nel luglio 2023.

