I socialisti giurano di abrogare la legge contestata sull’istruzione superiore

László Botka, il candidato primo ministro del Partito socialista all’opposizione, ha promesso di abrogare un emendamento alla legge ungherese sull’istruzione superiore, i cui critici sostengono che potrebbe portare alla chiusura dell’Università dell’Europa Centrale di Budapest, se il suo partito trionferà nelle elezioni generali del prossimo anno.
Giovedì, parlando in una conferenza stampa al termine di una visita di due giorni a Bruxelles, Botka ha affermato che se i socialisti vincessero nel 2018, metterebbero fine anche alla stigmatizzazione dei gruppi civili.
Il governo ungherese ha presentato al parlamento un disegno di legge che richiederebbe alle organizzazioni non governative che ricevono più di 7,2 milioni di fiorini (23.400 euro) da donatori stranieri di registrarsi come gruppi sostenuti dall’estero.
Botka ha detto che nei suoi colloqui con il primo vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans aveva chiarito che il Partito socialista e i partiti di opposizione democratica all’Ungheria erano interessati a “il ripristino dello stato di diritto democratico nel paese. Ha detto di aver sottolineato che è stato il primo ministro Viktor Orbán, non l’Ungheria, che l’UE dovrebbe punire.
Botka ha anche detto che se il blocco fosse costretto a dividersi in un’Europa” a due velocità, quello da incolpare sarebbe senza dubbio Orbán.
Ha affermato di aver anche sottolineato nei suoi colloqui con i funzionari dell’UE che più di due terzi degli ungheresi sono impegnati a favore dei valori europei, della cooperazione europea e dell’UE in generale.
Il candidato premier ha detto che intende assumere un ruolo attivo nel rimodellare l’Ue, sostenendo che il blocco deve diventare più giusto ed efficace.
Recenti sfide come la crisi migratoria hanno dimostrato che l’UE può incontrare minacce che non possono essere gestite utilizzando “i vecchi metodi”, ha detto Botka Ha detto che le risposte ritardate dell’UE alle sue sfide hanno consentito l’aumento del populismo, aggiungendo che questo è stato più evidente in Ungheria.
Botka ha criticato la portata dell’ingiustizia all’interno del blocco e tra gli Stati membri, citando come esempio la disuguaglianza salariale.
Ha affermato che vi è prova di una seria richiesta per l’introduzione di una nuova politica europea comune, per i diritti sociali intesi a proteggere i lavoratori e per ridurre la disuguaglianza salariale all’interno del blocco.

