I Vichinghi d’Oriente: invasioni ungheresi dopo la conquista ungherese

Un tempo gli ungheresi erano una delle persone più temute d’Europa; le loro invasioni erano simili a quelle dei Vichinghi, non solo perché avvennero nello stesso periodo ma anche perché erano guerrieri altrettanto feroci e timorosi degli uomini del Nord.

Ancor prima del completamento della Conquista ungherese nell’899, gli Ungari parteciparono a diverse invasioni militari per lo più nell’Europa centrale, orientale e meridionale, tuttavia si svolsero le avventure più aggressive che li fecero temere in tutta Europa dopo la conquista ungherese. La storia conosce circa 50 invasioni tra gli anni 862 e 970, che hanno per lo più come obiettivo l’Occidente e successivamente l’Oriente bizantino.

L’esatta portata di queste invasioni è ancora incerta, poiché i cronisti avevano tutti una visione diversa degli ungheresi: i nemici devastati li consideravano barbari minacciosi che arrivavano solo per saccheggiare e distruggere senza un obiettivo tattico, mentre le cronache dei loro alleati ne traggono un quadro come un esercito esperto. È molto probabile che abbiano condotto queste incursioni per aiutare i loro alleati (o siano stati assunti come mercenari) e allo stesso tempo

per rafforzare il loro dominio nel bacino dei Carpazi, eliminando le gravi minacce rappresentate dai governanti cattolici occidentali.

La forza dell’esercito risiedeva nelle impeccabili abilità di equitazione e tiro con l’arco: ciò che faceva temere questo corpo di guerrieri estremamente forti non era solo il loro coraggio ma la loro esperienza con arco e frecce: alcune fonti sostengono che avessero una precisione del 95% mentre cavalcare.

Affresco italiano raffigurante un guerriero ungherese
foto: WikiCommons

Poiché i cavalieri e i guerrieri ungheresi crescevano praticamente a cavallo e venivano addestrati fin dalla tenera età, la loro agilità e resistenza erano abbastanza alte da sopportare lunghe cavalcate e battaglie; ci voleva molto per stancarli.

Allo stesso tempo, poiché facevano così tanto affidamento sui cavalli, i territori senza prati semplici rappresentavano per loro una battuta d’arresto. La fanteria e camminare a piedi erano una sfida che cercavano di evitare.

Per questo motivo Leone il Saggio scrisse nel suo trattato del 904 Tattica, che si allontanavano dal combattimento ravvicinato corpo a corpo Proprio come gli Ussari secoli dopo, gli antenati ungheresi usavano piccoli gruppi per simulare la ritirata e poi attirare i nemici in una trappola.

Anche se alcuni potrebbero pensare che gli ungheresi fossero un corpo non organizzato di bruti e barbari, non avendo un equipaggiamento militare adeguato, i guerrieri indossavano armature ed erano armati di sciabole, stendardi e archi mentre quelli migliori da usare a cavallo.

Gli ungheresi raggiunsero la Sassonia e il Mar Atlantico, il che significava che a volte dovevano attraversare centinaia e migliaia di chilometri per raggiungere le loro destinazioni.

Ciò non solo mette in discussione i saccheggi, ma è la prova delle eccezionali capacità militari e organizzative dei generali ungheresi.

Nel corso dei decenni, l’Occidente imparò sempre di più sulle tattiche ungheresi, ed Enrico l’Uccellatore, il re tedesco, alla fine li superò in astuzia nella battaglia di Lechfeld nel 955. Enrico impiegò armi migliori per la difesa e l’attacco di quelle degli ungheresi che servirono come base della cavalleria pesante nel Medioevo. L’esercito ungherese subì una perdita di 5000 guerrieri, segnando la fine delle loro espansioni, sebbene continuassero a razziare l’Impero bizantino.

Europa intorno al 900, l’Atlante storico di Ramsey Muir
fonte: WikiCommons

Dalla Conquista fino al 970, gli Ungari razziarono i Balcani (territori bizantini e bulgari) per 17 volte mentre, fino al 955, condussero

  • 13-16 invasioni che prendono di mira l’Italia,
  • 28 che prendono di mira i territori tedeschi,
  • 12 che prendono di mira i territori francesi,
  • e uno che prende di mira i territori ispanici.

Tra i loro maggiori successi vi fu la sconfitta dell’esercito bavarese (combattendo per conto di Frankia) che cercò di spingere gli ungheresi fuori dai territori bavaresi, vicino a Brezalauspurc nel 907, e tre anni dopo,

dopo la sconfitta dell’esercito di Ludovico il Bambino a Lechfeld, irruppero nei territori franchi.

Dopo la morte di Corrado I di Germania nel 919, gli ungheresi invasero territori lontani come la Sassonia (anni dopo, nel 938, condussero nuovamente ripetuti attacchi contro la Sassonia), la Lotaringia e la Franchia occidentale, ma non risparmiarono nemmeno l’Italia, perché posero pesanti scorie anche in Puglia nel 922.

Tra il 917 e il 925, questi guerrieri combatterono a Basilea, in Borgogna, in Provenza e persino nei Pirenei, ottenendo grandi vittorie e aggravando la paura in tutta Europa, dopo che avevano devastato il Lussemburgo nel 926, alla fine raggiunsero l’Oceano Atlantico.

Le invasioni ungheresi
foto: Csanády (Wikicommons)

La loro reputazione di esercito forte e imbattibile era così ben radicata negli europei che quando Papa Giovanni X dovette affrontare difficoltà nel tentativo di domare i territori italiani, suo fratello invitò gli ungheresi a venire in loro aiuto. Rispose un invito al quale felicemente la Toscana e la Puglia (di nuovo) furono riscattate e costrette a pagare le tasse agli ungheresi

Tuttavia, nel 940, gli Ungari tornarono alle mura di Roma, questa volta con l’intenzione di devastare per conto di Ugo d’Italia.

Gli ungheresi raggiunsero le mura di Costantinopoli e costrinsero l’Impero bizantino a pagare loro un riscatto 15 anni. Dopo che la loro Espansione Occidentale fu posta fine nel 955, gli Ungari concentrarono la loro attenzione su questi territori orientali fino al 970 quando subirono pesanti perdite nella battaglia di Arcadiapolis combattendo a fianco di Sviatoslav I di Kiev contro l’Impero condussero alcune incursioni minori in questi territori negli anni a venire ma, con il introduzione della cristianità e finanziamento del Regno ungherese nel 1000, questi sforzi alla fine finirono.

immagine in primo piano: Guerrieri ungheresi di Árpád Feszty, fonte: WikiCommons

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *