Il numero di ungheresi che vivono a Londra è aumentato a 100.000

Origo.hu riferisce che da quando all’Unione Europea si sono uniti i paesi dell’Europa orientale, il numero di ungheresi a Londra è raddoppiato. A parte l’Europa dell’Est, la maggior parte delle persone in cerca di lavoro va in Gran Bretagna dal sud della zona euro. Lasciano i loro paesi a causa delle migliori condizioni di lavoro e delle maggiori opportunità disponibili nel Regno Unito.

Dall’espansione dell’Unione nel 2004 il numero di cittadini stranieri dell’UE che vivono nel Regno Unito è diventato il doppio di quello che era: ormai vi vivono oltre 3 milioni di cittadini dell’UE Secondo la ricerca dell’Osservatorio sulla migrazione, citata da origo, le prime 6 nazioni che inviano persone nel Regno Unito sono Polonia, Romania, Spagna, Italia, Ungheria e Portogallo.

È stato anche riferito che da quei 6 paesi solo 1,04 milioni di persone sono arrivate nel Regno Unito nel 2011, mentre nel 2015 1,59 milioni vivevano lì, costituendo il 79% dell’aumento della migrazione (dal 2011) Inoltre, il rapporto include che il numero di polacchi che vivono nel Regno Unito è salito a 818 mila da 615 mila, e il numero di rumeni a 227 mila da 87 mila.

Inoltre, nel 2015 vivevano lì 137mila spagnoli, mentre in precedenza, nel 2011, 63mila lo facevano. Anche il numero degli italiani è aumentato: prima era di 126mila, ma è salito a 176mila. Così è salito il numero degli ungheresi: era di 96mila l’anno scorso ed è diventato di 50mila nel 2011. Per quanto riguarda il popolo portoghese, si è scoperto che prima vivevano lì 96mila persone, nel 2015 quel numero è diventato 140mila.

Secondo la ricerca dell’Osservatorio sulla migrazione, non sono i benefici sociali il motivo per cui le persone decidono di trasferirsi nel Regno Unito Le cattive condizioni di lavoro e i salari più bassi nei paesi di origine delle persone in cerca di lavoro sono i fattori che le spingono a lasciare le loro case. Ad esempio, il tasso di disoccupazione in Spagna è ancora superiore al 20%, ma anche in Portogallo e Italia è superiore al 10%, mentre nel Regno Unito è leggermente superiore al 5%.

La ricerca ha osservato le differenze salariali nel caso di Polonia e Romania e ha scoperto che la mediana del rapporto reddito disponibile da spendere per famiglia (sono state tenute presenti le differenze nella tassazione e nel costo della vita) è 1,8 volte più alta nel Regno Unito che in Polonia, mentre è 4,2 volte superiore a quello della Romania.

Inoltre, l’Economia di Oxford ha osservato i possibili effetti della Brexit (se la maggior parte delle persone vota a favore sui 23rd del marzo di quest’anno), ossia come l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea inciderebbe sulla loro economia e sui risultati delle seguenti limitazioni della migrazione dall’UE.

Secondo la loro analisi, dal 2005 al 2015 i dipendenti dell’UE hanno aggiunto ogni anno 0,5 punti percentuali al tasso di crescita potenziale dell’economia britannica, soprattutto perché i giovani lavoratori dell’UE hanno in qualche modo bilanciato gli effetti negativi dell’invecchiamento della società britannica sul mercato del lavoro.

Inoltre, l’analisi mostra un modello di calcolo che afferma che, se il governo britannico decidesse di ridurre il numero di persone in cerca di lavoro consentite dall’UE, il che significherebbe che 60mila lavoratori in meno potrebbero entrare nel Regno Unito (la media degli ultimi 10 anni era di 104mila persone all’anno) allora, entro il 2030, il valore nominale del PIL sarebbe inferiore dell’1,1%.

Editor di copie: bm

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *