Il Primo Ministro Viktor Orbán sull’invasione ucraina di Putin: Non è chiaro chi ha attaccato chi

Il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán ha scatenato nuove polemiche dopo aver suggerito che “non è chiaro chi abbia attaccato chi” nella guerra tra Russia e Ucraina, una dichiarazione che mostra un chiaro cambiamento rispetto alla precedente posizione ufficiale dell’Ungheria sul conflitto.
Scompiglio a Bruxelles
Parlando in una conferenza stampa a seguito di un vertice dell’Unione Europea a Bruxelles, Orbán si è rivolto ai giornalisti dei media filogovernativi e ha inquadrato l’incontro non tanto come un incontro diplomatico quanto come un “consiglio di guerra”.
Secondo il Primo Ministro, la maggior parte dei leader dell’UE è ora concentrata su come sconfiggere militarmente la Russia, mentre l’Ungheria – insieme alla Repubblica Ceca e alla Slovacchia – continua a sostenere i colloqui di pace.
L’osservazione più sorprendente di Viktor Orbán è arrivata mentre criticava le proposte di sequestrare i beni russi congelati e di reindirizzarli a sostegno dell’Ucraina. Nel sostenere la contrarietà a tali misure, ha parlato dell’Ucraina come di un Paese soggetto a violenza, aggiungendo che “non è del tutto chiaro chi abbia attaccato chi”.
Problemi di memoria? Viktor Orbán ha ammesso l’aggressione della Russia verso l’Ucraina
Come scrive 24.hu, il commento sembrava mettere in discussione un fatto che lo stesso governo ungherese aveva precedentemente riconosciuto: che la Russia ha lanciato un’invasione su larga scala dell’Ucraina il 24 febbraio 2022.
Solo due anni fa, Orbán aveva dichiarato pubblicamente che la Russia era l’aggressore e che l’Ungheria condivideva la posizione comune dell’Unione Europea sulla questione. All’inizio della guerra, il Governo ungherese non ha contestato la responsabilità di Mosca e lo stesso Orbán ha definito l’attacco della Russia all’Ucraina come un atto di aggressione nell’aprile 2022.
Ritiene che l’Unione Europea dovrebbe lasciare in pace i soldi della Russia
Il Primo Ministro ha dedicato gran parte del suo briefing alla questione delle attività finanziarie russe congelate, la maggior parte delle quali sono detenute in Belgio. Viktor Orbán ha sostenuto che la confisca di questi fondi sarebbe stata una dichiarazione di guerra de facto e ha avvertito che la Russia non avrebbe tollerato una tale mossa senza ritorsioni.
Ha elogiato il Primo Ministro belga per aver aiutato a prevenire quella che ha descritto come una situazione legale e finanziaria potenzialmente disastrosa, sostenendo che il Belgio stesso avrebbe potuto affrontare la bancarotta se la Russia avesse fatto causa con successo per i beni confiscati.
Viktor Orbán ha anche rivelato che l’Ungheria detiene riserve di valuta estera in Europa occidentale e ha suggerito che, se i beni russi fossero stati confiscati, il Governo ungherese avrebbe immediatamente rivisto dove conservare le proprie riserve.
Orbán è contrario al nuovo pacchetto di prestiti
Passando al sostegno finanziario dell’UE per l’Ucraina, Orbán ha criticato la decisione del blocco di approvare un pacchetto di prestiti da 90 miliardi di euro, definendolo un “prestito di guerra”. Ha sostenuto che l’Ucraina non sarà in grado di rimborsare la somma e che l’onere ricadrà in ultima analisi sui contribuenti europei. L’Ungheria, la Repubblica Ceca e la Slovacchia non fanno parte del programma, un punto che Orbán ha sottolineato più volte.
Secondo il Primo Ministro, l’unico scenario in cui il prestito potrebbe essere rimborsato sarebbe una sconfitta russa seguita da una riparazione. Ha avvertito che approvando il prestito, l’Unione Europea si è impegnata apertamente a sconfiggere la Russia – una mossa che ha definito estremamente grave e pericolosa.

