Il procuratore capo avvia la sospensione dell’immunità di due legislatori

Il procuratore capo Péter Polt ha avviato la sospensione dell’immunità parlamentare di due legislatori in relazione a un caso legale che coinvolge un’organizzazione di beneficenza con sede a Budapest e l’autorità fiscale nazionale NAV, ha detto martedì l’ufficio di Polt.
Il caso riguarda un’indagine penale in corso nell’ambito della quale gli agenti della NAV hanno condotto una perquisizione su sospetta frode di bilancio su larga scala presso la sede dell’ente di beneficenza a Budapest nell’ottavo distretto nel febbraio 2022. Gli agenti della NAV hanno informato il leader dell’ente di beneficenza che, ai sensi della legge sui procedimenti penali, oltre agli agenti e al notaio della NAV, solo lui e il suo rappresentante legale sono stati autorizzati a essere presenti sul posto durante la perquisizione, ha affermato la procura in un comunicato.
Nel comunicato si legge che il leader dell’organizzazione benefica è però entrato nei locali accompagnato da giornalisti e ha invitato i due legislatori presenti sul posto, Zita Gurmai dell’eurodeputata socialista e Momentum Anna Donáth “, a impedire agli agenti della NAV di condurre la loro procedura legale”. I due politici hanno interrotto la loro azione solo quando gli agenti di polizia sono arrivati sulla scena”, si legge nel comunicato.
Secondo la dichiarazione, Gurmai e Donáth sono sospettati del reato “di violenza di gruppo contro funzionari di un’autorità”.
NAV ha annunciato il 21 febbraio dello scorso anno che avrebbe condotto una ricerca di documenti presso gli uffici dell’organizzazione benefica evangelica Oltalom in Danko Street.
Oltalom aveva dichiarato sul suo sito web dodici mesi prima che a causa di difficoltà finanziarie doveva a NAV 246 milioni di fiorini (629.000 EUR) in imposte sui salari non pagate che includevano una penalità di 90 milioni di HUF per ritardo Il suo leader ha poi affermato che il motivo per cui doveva i soldi NAV era perché lo stato si era rifiutato di pagare all’ente di beneficenza ciò che avrebbe dovuto ricevere in base a una sentenza del 2017 della Corte europea dei diritti dell’uomo.
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