La campagna della Coalizione globale per contrastare l’ISIL riduce la pressione migratoria e la minaccia terroristica in Europa

Giovedì 20 luglio, il viceministro della Difesa ungherese Tamás Vargha ha partecipato, a Washington DC, alla riunione dei ministri della Difesa della Coalizione globale per contrastare lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante (ISIL). È stato accompagnato nel suo viaggio da Péter Siklósi, vice segretario di Stato per la difesa e la politica di sicurezza del Ministero della Difesa.
Le decisioni prese dai Capi di Stato e di Governo dei paesi membri al Vertice NATO a Varsavia tenutosi l’8 luglio scorso hanno aperto la strada all’attuale riunione ministeriale della coalizione militare I partecipanti al vertice di Varsavia hanno convenuto che in futuro la NATO dovrebbe prestare maggiore attenzione ad affrontare le sfide che deve affrontare da sud, in particolare il terrorismo, la migrazione e l’instabilità.
L’obiettivo della Coalizione Globale per Contrastare l’ISIL è quello di “degradare, e infine distruggere” l’organizzazione terroristica denominata Stato Islamico Finora 66 paesi hanno aderito alla coalizione guidata dagli Stati Uniti.
Complessivamente 26 paesi contribuiscono agli sforzi militari della coalizione, inclusa l’Ungheria, poiché dall’agosto 2015 più di 100 soldati ungheresi prestano servizio in Iraq.
L’Ungheria prende parte con una forza militare agli sforzi internazionali volti a risolvere il conflitto armato, perché si è impegnata a ridurre la minaccia terroristica in Europa, siamo convinti che dobbiamo andare alla radice dei problemi prima di poterli risolvere, Questa regione tormentata dal conflitto abbraccia alcuni paesi di origine della crisi migratoria che colpisce gravemente anche l’Ungheria.
Oltre a fornire contributi militari, l’Ungheria si era offerta in precedenza di inviare 250 tonnellate di munizioni alle forze Peshmerga curde, e di fornire cure e riabilitazione a 20 Peshmerga feriti nel Centro medico HDF Di loro, dieci soldati hanno già subito il trattamento.
Alla riunione di Washington, il vice ministro della Difesa Tamás Vargha ha dichiarato che l’Ungheria aumenterà il numero delle sue truppe in Iraq, che si avvicinerà alla forza massima di 150 effettivi consentita dal mandato Questo è il nostro interesse nazionale perché la stabilizzazione di Iraq e Siria rappresenterebbe un significativo passo avanti nell’arginare il flusso di migrazione illegale. Vargha ha spiegato che i problemi che causano la crisi migratoria devono essere risolti a livello locale, invece di importarli in Europa.
I ministri della Difesa presenti all’incontro hanno convenuto che, data la grande resilienza dell’ISIL/Daesh, si prevede che ci sarà un conflitto armato prolungato in Iraq e Siria, e hanno anche concluso che potrebbero volerci anni prima che la vita ritorni alla normalità dopo sconfiggendo l’ISIL/Daesh.
Venerdì 21 luglio l’evento di due giorni prosegue con l’incontro del Piccolo Gruppo Esteso della coalizione internazionale a livello dei ministri degli Esteri e della Difesa.

