La Corte EDU stabilisce che l’Ungheria paghi un risarcimento alle piccole chiese

Bruxelles, 8 giugno (MTI) 2 La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) con sede a Strasburgo ha stabilito che lo Stato ungherese dovrà risarcire le piccole comunità religiose ungheresi in relazione ai danni subiti a seguito della legge ecclesiastica, che entrato in vigore nel gennaio 2012.
La Corte EDU ha affermato in una nota che prima dell’adozione della legge sulla Chiesa, le comunità religiose erano state registrate come chiese in Ungheria e ricevevano finanziamenti statali. Secondo la nuova legge, che mirava ad affrontare i problemi relativi allo sfruttamento dei fondi statali da parte di alcune chiese, solo un certo numero di chiese riconosciute hanno continuato a ricevere finanziamenti.
La dichiarazione aggiungeva che a seguito di una decisione della Corte costituzionale ungherese che ha ritenuto incostituzionali alcune disposizioni della nuova legge ecclesiastica, nel 2013 è stata adottata una nuova legislazione. In base a ciò, le comunità religiose come i ricorrenti potevano nuovamente riferirsi a se stesse come chiese, ma la legge imponevano loro di rivolgersi al parlamento per essere registrate come chiese costituite se desideravano riottenere i finanziamenti statali per l’accesso.
I ricorrenti hanno citato l’articolo 11 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (libertà di riunione e associazione) e l’articolo 9 (libertà di pensiero, coscienza e religione) e hanno denunciato alla Corte EDU la loro cancellazione ai sensi della nuova legge e la riregistrazione discrezionale delle chiese, si legge nella nota.
In una sentenza principale dell’8 aprile 2014 la Corte EDU ha riscontrato una violazione degli articoli 11 e 9.
Secondo la sentenza di martedì che valuta l’applicazione dell’articolo 41 (giusta soddisfazione) della Convenzione, l’Ungheria dovrà pagare per danni pecuniari e non pecuniari un totale di 540.000 euro a sette chiese.

