La regolamentazione della libertà dei media dell’Unione Europea ha posto il veto solo all’Ungheria

Il Consiglio dell’Unione Europea ha recentemente approvato un nuovo regolamento UE sulla libertà dei media Con 26 Stati membri su 27 che hanno appoggiato il regolamento durante una riunione del Consiglio dei ministri dell’agricoltura, l’Ungheria si è schierata da sola all’opposizione.

Già a gennaio il governo ungherese era stato l’unico paese a respingere l’accordo preliminare con il Parlamento europeo, che aveva già ratificato la legislazione settimane prima. La dichiarazione del Consiglio indicava che le fasi finali, compresa la firma e la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE, sono pendenti prima che la legge entri in vigore, con un periodo di grazia di 20 giorni successivo Telex.

Voto sulla regolamentazione dei media
Fonte: Consiglio dell’Unione Europea

Durante un acceso dibattito nel Europeo Parlamento, un membro di Fidesz ungherese il partito Andrea Bocskor ha criticato con veemenza una proposta di regolamentazione dei media, etichettandola come una forma di censura imposta da Bruxelles.

Bocskor ha sostenuto che il regolamento cerca di esercitare il controllo sui media degli Stati membri senza considerare le loro caratteristiche uniche, portando potenzialmente a sanzioni e limitando alcuni contenuti. Ha affermato che il regolamento mira a promuovere solo la voce di Bruxelles” sopprimendo al contempo le opinioni nazionali e conservatrici, dipingendolo come una tattica per minare la destra politica in vista delle prossime elezioni europee di giugno.

Nel mese di ottobre, Vănera Jourová, vicepresidente della Europeo Commissione, ha sottolineato il panorama mediatico ungherese come forza trainante dietro l’avvio di determinate leggi. Pur riconoscendo la limitata influenza diretta della Commissione sugli affari dell’Ungheria, ha sottolineato l’importanza di impedire che la monopolizzazione delle informazioni ivi testimoniate si diffonda ad altre regioni. Il Vicepresidente ha affermato quanto segue riguardo alla situazione:

L’intera tendenza in Ungheria a monopolizzare l’informazione è qualcosa che non vogliamo altrove.

Il regolamento

L’obiettivo principale del regolamento è proteggere giornalisti ed editori da pressioni indebite da parte delle autorità. Vieta esplicitamente di costringerli a rivelare fonti attraverso misure coercitive come detenzione, sanzioni, perquisizioni o software di monitoraggio.

Unione europea Parlamento europeo
Foto: FB

Strumenti di sorveglianza come Pegasus possono essere utilizzati solo previa autorizzazione da parte di un organo giudiziario indipendente sulla base del ragionevole sospetto di un reato punibile. Inoltre, in questi casi le persone sotto sorveglianza devono essere debitamente informate dei loro diritti.

Inoltre, il regolamento mira a garantire la trasparenza riguardo alla proprietà dei media e al suo potenziale impatto sui contenuti delle notizie. I dettagli sulla proprietà di tutte le società di media e agenzie di stampa, indipendentemente dalla loro portata, devono essere registrati in un database nazionale accessibile al pubblico. Questo database dovrebbe indicare esplicitamente se lo Stato detiene una partecipazione diretta o indiretta nell’entità dei media.

Delegati che garantiscono una maggiore protezione dei giornalisti e dei media in Europa

Le aziende sono tenute a segnalare in modo trasparente tutti i fondi pubblici ricevuti, compresi quelli provenienti dalla pubblicità pubblica e dal sostegno finanziario. Questa rendicontazione dovrebbe includere sia l’importo totale annuo ricevuto sia una ripartizione dettagliata dei costi per media. Le aziende dei media e le piattaforme online possono beneficiare di finanziamenti pubblici a condizioni eque, proporzionali e non discriminatorie.

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