L’ex primo ministro ungherese perde la causa riguardante lo scandalo del finanziamento della campagna elettorale statunitense

La Corte d’appello di Budapest si è pronunciata contro l’ex primo ministro Gordon Bajnai e l’ex ministro dei servizi segreti Ádám Ficsor in una causa avviata contro la società di media pubblici MTVA, affermando che il sito di media pubblici hirado.hu aveva il diritto di esprimere liberamente opinioni riguardo all’influenza politica durante la campagna elettorale del 2022.
Bajnai e Ficsor, i proprietari della società DatAdat, hanno intentato un’azione legale contro il Media Service Support and Asset Management Fund (MTVA), sostenendo che hirado.hu aveva portato articoli di opinione che collegavano l’azienda al phishing, profili falsi e social assunti media i commentatori, così come una campagna di messaggi di testo che secondo il sito web ha raggiunto circa 1 milione di persone, per aiutare la campagna di sinistra, ha detto sabato l’ufficio stampa di MTVA in una dichiarazione.
La sentenza vincolante della corte ha affermato che le azioni del sito web erano legittime e rientravano nei limiti della libera espressione di opinione, si legge nella dichiarazione. Durante la campagna che ha portato alle elezioni generali dell’aprile 2022, hirado.hu ha analizzato i dati disponibili al pubblico e ha pubblicato una serie di articoli contenenti conclusioni sui possibili modi in cui la campagna potrebbe essere stata influenzata da DatAdat, si legge nella dichiarazione, aggiungendo che la corte ha ritenuto che le informazioni del sito web fossero materiale sufficiente su cui basare le conclusioni pubblicate. La sentenza sottolineava che il diritto della stampa di criticare liberamente i politici è un elemento chiave della democrazia, si legge nella dichiarazione.
Hirado.hu ha anche pubblicato le fonti che aveva utilizzato per gli articoli con la dovuta trasparenza, si legge nella dichiarazione, citando il verdetto della corte. Le proteste di Bajnai e Ficsor contro le dichiarazioni secondo cui potrebbero aver aiutato la campagna del candidato primo ministro Peter Marki-Zay con l’uso di profili falsi sui social media, o che la loro “offshore wonder warma” avrebbe potuto aiutare a decidere le elezioni primarie di sinistra. Sono state fatte invano”, si legge nella dichiarazione di MTVA. Secondo la corte, “il sito web dei media pubblici aveva il diritto di pubblicare la sua opinione fondata e non ha violato i limiti della libera espressione di opinione, ha aggiunto il comunicato.
La sentenza obbliga Bajnai e Ficsor a pagare le spese legali dello Stato e di MTVA, si legge nella nota.

