L’incitamento all’odio anti-ungherese ha raggiunto proporzioni allarmanti in Romania

Il sentimento anti-ungherese e l’incitamento all’odio sono saliti a proporzioni allarmanti negli ultimi giorni in Romania, poiché i social media e i canali di notizie sono stati inondati di messaggi nazionalistici diretti contro la comunità ungherese da politici, giornalisti, influencer dei social media e opinion maker rumeni. 

Nel mezzo della crisi politica, l’élite politica rumena, con notevole impulso da parte dei media, sfoggia ancora una volta la cosiddetta “carta ungherese”, e rivolta l’opinione pubblica contro la comunità ungherese in Romania, invece di concentrarsi sulle questioni in questione, vale a dire una più grande formazione politica interna al Parlamento la più grande formazione politica all’interno del Parlamento il Partito socialdemocratico (PSD) (PSD) con il potenziale di trasformarsi in una vera e propria crisi governativa, i media sono riusciti rapidamente a distogliere l’attenzione del pubblico lanciando un’invettiva di bugie e commenti apertamente xenofobi contro la comunità ungherese.

La scorsa settimana, il leader del PSD, Liviu DRAGNEA, ha annunciato di proporre un voto di sfiducia in Parlamento contro il primo ministro Sorin GRINDEANU e il suo gabinetto per non aver mantenuto le promesse fatte durante la campagna Nel preparare la mozione, DRAGNEA e il suo partito hanno avuto conversazioni con diversi membri del Parlamento, tra cui l’Alleanza Democratica degli Ungheresi in Romania (UDMR/RMDSZ), che erano pronti a sostenere la mozione, a condizione che la coalizione PSD-ALDE sostenga una legge che mira ad estendere i diritti linguistici della comunità ungherese in Romania, oltre a consentire l’uso dei loro simboli regionali, tra le altre cose Non appena la notizia di ciò è arrivata ai media, i notiziari hanno generato un’isteria nazionalistica in poche ore, sollevando falsi allarmi sul fatto che gli ungheresi stavano progettando di prendere la Transilvania ai rumeni.

Tra i primi a dare un tono sciovinista c’è stato l’ex presidente Traian BÀNSESCU, ha postato un messaggio sulla sua pagina Facebook in cui esprimeva rabbia e sgomento all’idea che i partiti della coalizione votassero una legge al Senato, che ha permesso al 15 marzo di diventare una giornata nazionale per gli ungheresi in Romania B.I.A. SESCU si è lanciato in una serie di bugie ed esagerazioni sostenendo che il rispettivo giorno è offensivo per i rumeni, perché “decine di migliaia di rumeni della Transilvania erano stati uccisi dagli eserciti dei conti ungheresi, e interi villaggi erano stati spazzati via dalla faccia della eartra” durante la rivoluzione del 1848-1849. Non contento di distorcere i fatti storici e mentire apertamente per fare appello al sentimento nazionalistico dormiente, e quindi costruirsi capitale politico, l’ex presidente ha concluso il suo messaggio negando praticamente alla comunità ungherese il diritto di celebrare la giornata nazionale degli ungheresi all’interno del territorio della Romania: “Nessuno sta fermando gli ungheresi in Romania dal celebrare il 15 marzo a Budapest, mentre combatteva ancora gli ungheresi nella stessa rivoluzione tra i suoi compagni ungheresi, e lodava per la rivoluzione europea 18 marzo 18.

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L’ex presidente Traian BÀNSESCU distorce i fatti storici e mente apertamente per fare appello al sentimento nazionalistico dormiente

I principali propagatori dell’isteria nazionalistica sono stati alcuni canali di notizie, con una retorica particolarmente xenofoba mostrata da politici e giornalisti nei talk show di Realitatea TV e B1 TV. Il conduttore e gli ospiti del talk show serale di Realitatea TV intitolato ”Jocuri de putere” (Giochi di potere) si sono superati a vicenda nei commenti anti-ungheresi, alimentati da interpretazioni volutamente errate della legge proposta da UDMR/RMDSZ. Ad un certo punto il conduttore, Rare BOGDAN, con lo scopo di scioccare i telespettatori, si è inveito per uno stato di“separate nel mezzo della Transilvania”, con il solo scopo di gonfiare gli spiriti e di catturare la bandiera sensazionale”, semplicemente per volere più diritti, e ha apertamente minacciato la comunità ungherese di una vera rivolta della maggioranza rumena, se si rifiuta di rinunciare alle loro richieste. Inoltre, sono state mostrate didascalie palesemente false durante l’intera durata dello spettacolo, con il solo scopo di infiammare gli spiriti infia e catturare il loro status di bandiera in Transilvania, ecc.

Un noto giornalista e analista politico, Cristian Tudor POPESCU, è andato su Digi24 TV per condividere le sue opinioni sul 15 marzo diventando una giornata nazionale per gli ungheresi in Romania, e come BÀLÌSESCU e altri, ha parlato di fatti storici in termini volutamente esagerati, aggiungendo ulteriormente a uno stato d’animo pubblico già agitato e alimentando la retorica anti-ungherese che aveva permeato i media: “Il 15 marzo rappresenta l’umiliazione, la discriminazione, il discredito, l’attacco e l’uccisione dei rumeni da parte degli ungheresi.”

Didascalie visualizzate con il solo scopo di infiammare gli spiriti e catturare l’attenzione degli spettatori con il loro contenuto sensazionalistico.

Questi non sono che alcuni esempi dei messaggi e commenti xenofobo-sciovinisti che sono circolati nei media e online negli ultimi due giorni Il Mikó Imre Legal Services Assistance for Minority Rights condanna la forma estrema di retorica anti-ungherese apparsa sui mass-media rumeni e sui social media La nostra organizzazione ha presentato denunce al Consiglio nazionale per l’antidiscriminazione (CNCD) contro politici, giornalisti, influencer dei social media e tutti coloro che hanno espresso pubblicamente messaggi anti-ungheresi e hanno così contribuito a diffondere contenuti falsi, fuorvianti e xenofobi sugli ungheresi in Romania, danneggiando la dignità di un’intera comunità.

Foto: MTI

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