L’Ucraina ha convocato l’ambasciatore ungherese dopo la scioccante campagna di manifesti anti-Zelensky

Il Ministero degli Esteri ucraino ha convocato l’ambasciatore dell’Ungheria a Kyiv, Antal Heizer, in risposta a quelle che ha descritto come comunicazioni sempre più “ostili e offensive” da parte del governo ungherese. La mossa arriva nel contesto di una crescente tensione diplomatica tra i due Paesi, intensificata da una recente campagna politica in Ungheria che Kyiv considera deliberatamente provocatoria.
La campagna di manifesti scatena l’indignazione di Kiev
Secondo i media ucraini e ungheresi, la causa immediata della convocazione è stata una controversa campagna di manifesti lanciata in Ungheria. La campagna ritrae l’esponente dell’opposizione ungherese Péter Magyar e il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky come marionette che nascono da uova: una rappresentazione che il Ministero degli Esteri ucraino ha giudicato “stupida, noiosa e poco convincente”.
Kyiv considera la campagna come parte di un modello più ampio in cui il governo ungherese starebbe usando l’Ucraina come capro espiatorio nelle sue battaglie politiche interne. Il Vice Ministro degli Esteri Oleksandr Mishchenko ha accusato le forze politiche al potere in Ungheria di cercare di trascinare l’Ucraina negli affari interni del Paese.
Ha aggiunto che tali sforzi di inquadrare l’Ucraina come un nemico (mentre sta combattendo contro una minaccia reale alla sicurezza europea) sono “patetici e offensivi”, non solo per l’Ucraina ma anche per il popolo ungherese, molti dei quali continuano a sostenere l’Ucraina attraverso le iniziative della società civile.

“Campagna di vendetta” o critica legittima?
I funzionari del governo ungherese hanno risposto rapidamente. Balázs Orbán, direttore politico del Primo Ministro Viktor Orbán, ha liquidato la reazione dell’Ucraina come una “campagna di vendetta” per l’opposizione dell’Ungheria all’adesione dell’Ucraina all’UE. “L’Ungheria non può essere messa a tacere”, ha scritto sui social media, aggiungendo che il Governo continuerà a rappresentare la volontà del popolo ungherese, “anche se non piace al team Zelensky”.
Anche Levente Magyar, Vice Ministro degli Affari Esteri dell’Ungheria, è intervenuto. Ha affermato che all’Ambasciatore Heizer non è stato nemmeno permesso di dare una risposta durante l’incontro di Kyiv, sostenendo che la parte ucraina ha lasciato la stanza prima che potesse parlare. “Il dialogo è difficile in questo modo”, ha osservato Magyar in un post su Facebook.
Ha inoltre criticato i risultati dell’Ucraina in materia di diritti delle minoranze, facendo riferimento a un decennio di tensioni irrisolte riguardanti la minoranza ungherese in Transcarpazia. Ha messo in dubbio l’impegno di Kyiv nei confronti dei valori europei e ha affermato che non dovrebbe sorprendere che la questione dell’Ucraina sia diventata parte del discorso politico interno dell’Ungheria, sottolineando che lo stesso vale per i Paesi dell’Alleanza transatlantica.

L’adesione all’UE: Un altro punto di infiammabilità
La dichiarazione del Ministero degli Esteri ucraino sembra anche affrontare il rifiuto dell’Ungheria alla richiesta di adesione dell’Ucraina all’Unione Europea. Il Governo ungherese ha recentemente affermato che il 95% dei partecipanti a una consultazione nazionale (Voks 2025) ha votato contro l’adesione dell’Ucraina all’UE. Sebbene la legittimità del sondaggio sia stata ampiamente messa in discussione, il Governo ungherese lo ha utilizzato per giustificare la sua opposizione a livello di UE.
Lo scetticismo dell’Ungheria sulla disponibilità dell’Ucraina ad aderire all’UE (spesso citando questioni di corruzione, governance e diritti delle minoranze) è da tempo una fonte di attrito nelle relazioni. La recente campagna di affissione e le tensioni diplomatiche sembrano aver riportato in primo piano questi disaccordi di fondo.
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