L’UE potrebbe aggirare il veto di Orbán per sbloccare un prestito ucraino record con beni russi congelati

La nuova proposta dell’UE, potenzialmente ‘a prova di veto’, potrebbe consentire di mobilitare fino a 90 miliardi di euro a sostegno dell’Ucraina utilizzando i beni statali russi congelati. La posizione dell’Ungheria è stata chiaramente espressa dal Ministro degli Esteri Péter Szijjártó alla riunione dei Ministri degli Esteri della NATO, sottolineando le obiezioni di Budapest al piano.

Il destino dei beni russi congelati è stato un argomento di dibattito tra gli Stati membri dell’UE per mesi. Legalmente, il denaro appartiene alla Russia, ma l’UE utilizza già una parte dei suoi ritorni per sostenere l’Ucraina. La Commissione punta ora a una scala molto più ampia: mobilitare l’intero importo, integrato da un meccanismo simile a un prestito, che costituirebbe uno dei più grandi pacchetti finanziari per l’Ucraina dall’inizio della guerra.

“Mentre vediamo intensificarsi gli attacchi della Russia, le esigenze di finanziamento dell’Ucraina stanno contemporaneamente aumentando. Secondo le stime del FMI, l’Ucraina avrà bisogno di circa 135 miliardi di euro nei prossimi due anni”, ha dichiarato Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea.

Attualmente, è necessaria una decisione unanime ogni sei mesi per mantenere i beni russi congelati. Se uno Stato membro ponesse il veto alla proposta, l’intero meccanismo potrebbe essere messo a rischio, in quanto i fondi dovrebbero teoricamente essere restituiti a Mosca.

Secondo Politico, l’Articolo 122 del Trattato UE potrebbe fornire una soluzione legale, consentendo agli Stati membri di prendere decisioni a maggioranza qualificata in situazioni economiche eccezionali.

Se la proposta viene approvata, l’UE creerebbe effettivamente una salvaguardia sul processo decisionale, assicurando che i beni russi congelati possano essere mobilitati per il sostegno dell’Ucraina a lungo termine. I critici sostengono, tuttavia, che questa soluzione potrebbe indebolire i diritti di veto degli Stati membri e comportare rischi significativi.

“Neanche un centesimo!” – Szijjártó risponde bruscamente

Anche il Ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó ha reagito al piano durante la riunione dei Ministri degli Esteri della NATO:

“Indipendentemente da ciò che Ursula von der Leyen propone, anche se si capovolge o fa qualsiasi cosa, il denaro del popolo ungherese non andrà all’Ucraina, nemmeno un centesimo”, ha detto Szijjártó.

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Il Ministro degli Esteri ungherese Szijjártó Péter al Consiglio della NATO, sottolineando che l’Ungheria non invierà fondi all’Ucraina nell’ambito del piano di congelamento dei beni russi dell’UE. Foto: Screenshot – Szijjártó Péter / Facebook

“Invece di inviare altri soldi all’Ucraina, dovrebbero essere costretti a rendere conto di come hanno speso i fondi inviati dai cittadini europei, e di quanto la loro mafia di guerra, organizzata ai più alti livelli dello Stato, ha preso da ciò che i contribuenti europei hanno fornito”. – ha aggiunto il Ministro degli Esteri ungherese.

Szijjártó ha fatto riferimento al recente scandalo di corruzione in Ucraina, che ha portato alle dimissioni del capo dello staff del Presidente Zelensky alla fine di novembre. Tuttavia, non è provato che il Presidente Zelensky o la leadership di alto livello dell’Ucraina fossero personalmente coinvolti.

Anche il Belgio si oppone al pacchetto di prestiti ucraino

Poiché il sistema bancario belga gestisce una parte significativa dei beni russi congelati, la preoccupazione maggiore del Paese è che un veto da parte di uno Stato membro dell’UE, come l’Ungheria o la Slovacchia, possa impedire l’estensione delle sanzioni. In tal caso, il governo belga dovrebbe teoricamente restituire i miliardi congelati alla Russia.

Il Primo Ministro belga ritiene quindi che il “prestito di riparazione” proposto per l’Ucraina sia il peggior strumento possibile, in quanto l’utilizzo dei beni congelati comporta un rischio eccessivo: i potenziali procedimenti legali e le richieste di risarcimento da parte della Russia potrebbero facilmente superare il valore dei beni, compresi gli interessi e i mancati guadagni.

La decisione finale è attesa per il 18 dicembre al vertice dei leader dell’Unione Europea, dove gli Stati membri voteranno la soluzione a maggioranza qualificata. L’Ungheria e altri Paesi che pongono il veto potrebbero influenzare il risultato, rendendo le loro posizioni cruciali per il futuro dei beni russi congelati.

Foto di copertina: © Unione Europea 2024 – EP

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