Niente fondi UE e niente salvataggio Trump: nuovi dettagli rivelano il massiccio piano di prestito americano del Premier Orbán

Miliardi di euro sono in attesa a Bruxelles per essere investiti nell’economia ungherese per stimolarne la crescita. Tuttavia, il Governo Orbán non ha intenzione di soddisfare le condizioni necessarie per accedere a questi fondi, né intende approfittare di prestiti favorevoli. Invece, potrebbe ricorrere a un prestito a tasso di mercato difficile da parte di un consorzio americano e potrebbe potenzialmente chiedere aiuto al Tesoro degli Stati Uniti, secondo le informazioni di Válasz Online.
Il Governo ha lanciato una massiccia campagna di donazioni
La scorsa settimana, Márton Nagy, Ministro dell’Economia Nazionale, ha chiarito in una conferenza stampa che vincere le elezioni è la priorità principale del Governo. Nonostante le difficoltà economiche, continueranno gli omaggi. I pensionati possono aspettarsi un bonus settimanale in aggiunta alla tredicesima mensilità, i dipendenti pubblici – compresi i sindaci – riceveranno un sostegno per l’alloggio, le madri con due o tre figli saranno esentate dall’imposta sul reddito, i crediti d’imposta per le famiglie saranno raddoppiati ed è stato introdotto un programma di acquisto di case scontato del 3% chiamato Otthon Start.

Queste sono solo alcune delle misure annunciate, e altre sono attese prima di aprile. Questa settimana, Viktor Orbán ha annunciato un programma rivolto alle piccole e medie imprese. Secondo i calcoli del G7, le spese già dichiarate e prezzabili potrebbero sottrarre al bilancio tra 1.625 e 1.729 miliardi di fiorini.
Da dove arriverà il denaro?
Contrariamente alle previsioni di un rapido decollo economico, l’economia ungherese sta crescendo a malapena quest’anno, e i fondi dell’UE non stanno arrivando, quindi non c’è una base finanziaria visibile per gli omaggi. Válasz Online suggerisce che questo è in parte il motivo per cui gli accordi americani sono necessari. Politicamente, Trump e Orbán hanno raggiunto un accordo due settimane fa. La messaggistica politica parla di uno scudo protettivo e di un maggiore spazio di manovra, ma l’idea di base è relativamente semplice.

Arrivano gli americani
Il Governo vuole evitare che la fiducia degli investitori vacilli in Ungheria, in modo da poter continuare a contrarre prestiti, e anche per accedere a fondi liquidi invece di aspettare i fondi dell’UE. L’annuncio di Orbán che “se dovessero sorgere dei problemi, gli americani interverranno” era volto a rassicurare gli investitori. Il Primo Ministro ha respinto le preoccupazioni sui problemi economici, affermando che l’Ungheria non sta lottando, ma si sta difendendo dagli attacchi. Ad esempio, il tasso di cambio del fiorino potrebbe essere preso di mira, il che porterebbe immediatamente ad un aumento dei prezzi nei negozi, proprio prima delle elezioni.
Secondo Válasz Online, si parla di una linea di credito fornita da Citigroup come leader di un consorzio americano. Jane Fraser, CEO di Citigroup e capo del gruppo che sta negoziando con Trump, ha visitato Budapest a metà ottobre per tenere colloqui con Varga Mihály, governatore della banca centrale, il primo ministro e il ministro degli Esteri. I dettagli sono sconosciuti, ma Válasz Online afferma che un tale prestito sarà certamente più costoso di uno del FMI o dell’UE. D’altra parte, non ci sono condizioni legate.
Orbán potrebbe chiedere un prestito enorme per vincere le elezioni, in caso di problemi.
Entrambe le strategie servono a mantenere la fiducia degli investitori nonostante gli omaggi e i fondi UE congelati, assicurando un finanziamento continuo al governo anche in caso di aumento delle tasse bancarie. In caso di successo, non ci sarà bisogno di prestiti o fondi della linea swap. In precedenza, abbiamo riferito della possibilità di una linea di swap sulla base del reportage di Válasz Online, che è stato il primo in Ungheria a occuparsene. Secondo Magyari, l’Ungheria potrebbe avere accesso a 6.600 miliardi di HUF di “denaro extra” americano (oltre il 12% dell’intero bilancio statale) in caso di problemi. Tuttavia, questo ha un prezzo elevato, poiché si tratta di prestiti a tasso di mercato.
L’obiettivo del Governo è quello di evitare qualsiasi shock prima delle elezioni, e un passo importante è quello di evitare che Fitch declassi l’Ungheria allo status di “junk” il 7 dicembre.
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