Op-ed: Tracce di una patria lontana – L’impronta ungherese nella città di New York

New York è un palinsesto di storie di immigrati; alcune sono gridate dai monumenti e dai campanili delle chiese, altre si trovano silenziosamente nelle finestre, nei vicoli e nelle piccole case di cultura. Per chi è alla ricerca di tracce ungheresi in città, il corridoio Greenwich Village-Upper East Side offre un itinerario sorprendente: La famosa finestra di André Kertész al numero 2 della Fifth Avenue; l’intimità acciottolata di Washington Mews; le congregazioni e le istituzioni dell’Upper East Side; e un monumento nazionalista che attira ancora folle ogni 15 marzo. Di seguito sono riportati i luoghi, le brevi storie e i dettagli pratici che li rendono degni di storia.
1. André Kertész – (2 Fifth Avenue)
Perché è importante: André Kertész (1894-1985), il fotografo di origine ungherese che ha contribuito a definire il linguaggio fotografico moderno a Parigi e a New York, trascorse la sua ultima vita al 2 della Fifth Avenue, in un appartamento al piano superiore con vista su Washington Square Park. Da quella posizione elevata e privata produsse la sua celebre serie “Dalla mia finestra” – vedute intime e geometriche del parco e dei suoi passanti che cristallizzano lo sguardo dell’outsider rivolto alla vita quotidiana della città. Il trasferimento di Kertész in un appartamento al 12° piano nel 1952 segnò un cambiamento decisivo: l’appartamento divenne il suo studio e il suo soggetto.
2. Washington Mews – una tasca acciottolata della vecchia Europa

Perché è importante: A nord di Washington Square si trova Washington Mews, un vicolo recintato e acciottolato che un tempo ospitava case per carrozze e successivamente studi di artisti. Sebbene le prove documentali sopravvissute di residenti ungheresi nominati a Mews siano limitate, il carattere della strada – di piccole dimensioni, piena di studi, dall’atmosfera europea – ha attirato molti artisti e studenti emigrati legati alla NYU a metà del XX secolo e funziona scenograficamente nelle storie della presenza dell’Europa centrale nel Village. Per un servizio sulle impronte culturali ungheresi, Mews è un collegamento suggestivo tra le finestre di Kertész e la cultura degli studi degli artisti immigrati.
3. Le chiese ungheresi dell’Upper East Side – ancore della comunità

Prima chiesa riformata ungherese (Emery Roth)
Perché è importante: La Prima Chiesa Riformata Ungherese, sulla 69esima Strada Est, fu costruita in uno stile deliberatamente “vernacolare ungherese” e progettata dall’architetto di origine ungherese Emery Roth; è stata a lungo un punto di riferimento per la comunità protestante ungherese della città e rappresenta uno dei pochi edifici ecclesiastici esplicitamente ungheresi a Manhattan. L’interno della chiesa conserva ornamenti popolari e un soffitto a cassettoni dipinto con motivi ungheresi, riflettendo gli sforzi degli immigrati di ricreare un’architettura spirituale familiare nel Nuovo Mondo.
4. Santo Stefano (Szent István) – Chiesa cattolica romana

Perché è importante: La Chiesa di Santo Stefano d’Ungheria, spesso chiamata Szent István, sulla 82esima Strada Est, serviva e serve tuttora i cattolici ungheresi; la sua presenza accanto alla Casa Ungherese e alla Biblioteca Americana Ungherese aiuta a completare un asse religioso e culturale per la diaspora ungherese nell’Upper East Side. I registri della parrocchia e la memoria della comunità sono un’utile risorsa di storia orale per qualsiasi scrittore che esplora la vita ungherese di metà secolo a New York.
5. La Casa Ungherese e la Biblioteca Americana Ungherese – la memoria civica nell’82esima E

Perché è importante: La Casa Ungherese di New York (ufficialmente: Fondazione Americana per la Letteratura e l’Educazione Ungherese) e l’American Hungarian Library & Historical Society al 213-215 della 82esima Strada sono state fondamentali per preservare i libri, i giornali, i registri e i programmi comunitari in lingua ungherese a New York sin dagli anni Sessanta. Per un articolo, queste istituzioni forniscono materiale d’archivio, contatti per interviste di prima mano, e foto di ephemera (programmi, manifesti, documenti di immigrazione) che arricchiscono qualsiasi narrazione sulla vita vissuta della comunità.
6. Monumento a Lajos (Louis) Kossuth – una promessa pubblica di memoria su Riverside
Perché è importante: Il Monumento a Lajos Kossuth, su Riverside Drive all’altezza della 113esima Strada Ovest (Riverside Park), commemora il leader rivoluzionario ungherese Lajos (Louis) Kossuth (1802-1894) e rappresenta un’espressione tangibile dell’orgoglio ungherese-americano e della solidarietà transatlantica. Il gruppo scultoreo, creato da János Horvay (Horváy János) e inaugurato nel 1928 con grandi cerimonie pubbliche, è stato finanziato da donazioni ungheresi-americane e rimane un luogo di commemorazione nazionale ungherese (in particolare le celebrazioni del 15 marzo). Le dimensioni della statua e la dedica del 1928 – a cui parteciparono decine di migliaia di persone – sottolineano quanto fosse visibile la memoria politica ungherese a New York.
7. L’Istituto Balassi e la diplomazia culturale ungherese a New York
Perché è importante: La diplomazia culturale ufficiale dell’Ungheria è coordinata dall’Istituto Balassi, che gestisce centri e programmi culturali ungheresi in tutto il mondo e mantiene una presenza a New York (l’Istituto ha riattivato un’operazione a New York negli anni 2000). In pratica, gli eventi affiliati a Balassi, i programmi partner e i docenti in visita forniscono un tessuto connettivo contemporaneo tra la comunità ungherese americana (Hungarian House, programmi universitari) e la programmazione culturale (mostre, corsi di lingua, eventi letterari). Menzionare Balassi dimostra che la presenza ungherese qui non è solo storica, ma anche attivamente mantenuta a livello istituzionale.
8. Il Memoriale della Rivoluzione Ungherese del 1956, Riverside Park
Nascosto in un angolo tranquillo di Riverside Park, vicino alla 113esima Strada Ovest e a Riverside Drive, si trova uno dei tributi più significativi alla libertà di New York: il Memoriale della Rivoluzione Ungherese del 1956.
Il monumento è stato realizzato dall’Hungarian American Memorial Committee all’inizio degli anni 2000 per commemorare il 50° anniversario della Rivoluzione Ungherese contro il dominio sovietico. L’organizzazione, composta in gran parte da membri della diaspora ungherese, desiderava creare un simbolo duraturo di gratitudine verso gli Stati Uniti e di ricordo per coloro che hanno combattuto per la libertà in Ungheria.
Il luogo prescelto – Kossuth Plaza – presentava già la suggestiva statua di Lajos Kossuth, statista e rivoluzionario ungherese del XIX secolo. L’aggiunta del Memoriale del 1956 ha trasformato questo angolo di Riverside Park in una piccola ma potente “piazza della memoria ungherese” sul fiume Hudson.
Progettato da Tamás Nagy, un architetto di Budapest, il monumento è stato selezionato attraverso un concorso internazionale di progettazione. La sua forma minimalista consiste in due elementi di granito: un blocco rettangolare simile a una panchina e una lastra circolare con incise le costellazioni visibili sopra Budapest la notte del 23 ottobre 1956 – il momento in cui iniziò la rivolta. Questa sottile mappa celeste evoca sia la perdita che la speranza, collegando il cielo notturno ungherese con i cieli aperti sopra New York.
Più che un’opera d’arte, il monumento funge da luogo di riflessione per i newyorkesi e gli ungheresi-americani. Qui si tengono cerimonie commemorative ogni ottobre, quando i membri della comunità si riuniscono per onorare lo spirito di libertà che trascende le nazioni e le generazioni.
Oggi, chiunque passeggi lungo Riverside Drive può fermarsi per un momento tra gli alberi, guardare verso l’Hudson e incontrare un’eco silenziosa della lotta per l’indipendenza dell’Ungheria – un promemoria che ricorda che la storia del 1956 non è confinata a Budapest, ma vive anche nel cuore di Manhattan.
9. Un assaggio di Europa al Caffe Reggio
A pochi passi dal parco, il Caffe Reggio, al 119 di MacDougal Street, serve l’espresso dal 1927; infatti, sostiene di aver portato il cappuccino a New York. Anche se non è di origine ungherese, rimane un punto di riferimento culturale per i molti artisti, scrittori ed emigrati europei che si riunivano qui, tra cui molti ungheresi.
Gli interni in legno scuro e la facciata verde evocano la cultura classica dei caffè di Budapest, rendendolo un luogo ideale per fermarsi e immaginare i dialoghi transatlantici che hanno plasmato l’arte e la letteratura attraverso i continenti. László Moholy-Nagy è un luogo di incontro frequente per gli ex e attuali professori della NYU di origine ungherese, e questo imponente caffè si trova vicino a Washington Square Park.
Scritto da: Susanna Angel
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