Presidente ungherese: La massima priorità della pace

Creare e preservare la pace deve diventare la massima priorità, ha detto mercoledì a Varsavia il presidente Katalin Novák in una riunione dei Nove di Bucarest, i paesi sul fianco orientale della NATO.

Una volta che ci sarà la pace in Ucraina, il paese dovrebbe ricevere sostegno per renderlo un’unica e prospera revoca statale, ha affermato il presidente.

Novák ha sottolineato l’aiuto umanitario e medico su larga scala dell’Ungheria all’Ucraina, compresa la sistemazione delle persone in fuga dalla guerra.

“La situazione ha chiarito dal 24 febbraio 2022 che ogni paese deve essere in grado di difendersi, ha affermato il presidente, il presidente, aggiungendo che la NATO è chiaramente il quadro per una cooperazione efficace”. Ha affermato che è nell’interesse fondamentale dei partecipanti rafforzare il fianco orientale della NATO, e l’Ungheria sostiene in modo sistematico questi sforzi. I membri dell’UE, in particolare quelli all’interno del B9, dovrebbero anche migliorare le proprie capacità militari, ha aggiunto.

Novák ha affermato di confidare che Svezia e Finlandia diventeranno presto membri della NATO.

Ha detto che la partecipazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden all’incontro ha offerto un’eccellente opportunità per confermare ancora una volta il nostro impegno congiunto per la peace”.

Su un altro argomento, Novák ha sottolineato l’importanza di proteggere i diritti delle minoranze in Ucraina e ha affermato che un paese che aspira a diventare membro dell’Unione Europea dovrebbe fare molto in questo ambito.

Il presidente ungherese ha notato che aveva incontrato l’arcivescovo di Varsavia all’inizio della giornata e aveva visitato la tomba del cardinale Stefan Wyszynski morto nel 1981. Ha definito il defunto cardinale “our eroe comune nella lotta al comunismo e al soviet”, aggiungendo che aveva anche ha sostenuto “pace e attenzione”.

All’incontro sono intervenuti il presidente polacco Andrzej Duda, Klaus Johannis della Romania, Zuzana Caputova della Slovacchia, Rumen Radev della Bulgaria, Egils Levits della Lettonia, Gitanas Nauseda della Lituania e Alar Karis dell’Estonia, nonché il primo ministro ceco Petr Fiala e Joe Biden, presidente degli Stati Uniti.

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