Qual è il rifugio sicuro più vicino che può raggiungere con una tanica di benzina da Budapest, nel caso in cui scoppiasse la Terza Guerra Mondiale?

I conflitti armati sono sempre più frequenti in tutto il mondo e la minaccia di una guerra mondiale è sempre più inquietante per molti, soprattutto per la vicinanza dell’Ucraina e l’escalation delle tensioni in Medio Oriente. Ma dove si potrebbe andare se la guerra dovesse scoppiare nelle vicinanze? Segnaliamo tre Paesi che offrono non solo sicurezza ma anche vantaggi strategici, e che possono essere raggiunti in auto con un solo pieno di benzina.

Come scegliere un rifugio sicuro?

Innanzitutto, l’accessibilità è fondamentale. Un’isola remota nel mezzo dell’oceano può sembrare sicura, ma se è quasi irraggiungibile, non è un’opzione pratica. I terreni montuosi, le regioni vallive e le zone costiere possono offrire vantaggi strategici: che si tratti di un occultamento più facile, di accesso alle risorse o di vie di fuga. Anche i bassi tassi di criminalità, la stabilità politica e la distanza di un Paese dalle principali tensioni globali sono fattori importanti.

Sebbene l’Ungheria sia considerata abbastanza sicura secondo gli indici di pace, molti desiderano un rifugio dove la natura stessa fornisce protezione. Di fronte alla minaccia di una guerra mondiale, non solo le statistiche, ma anche l’isolamento geografico potrebbe rivelarsi il fattore decisivo.

Slovenia: Riparata dalle montagne

Se vuole evitare di viaggiare in capo al mondo, la Slovenia potrebbe essere la via di fuga più realistica vicino ai confini dell’Ungheria. Questa piccola nazione dell’Europa centrale non solo gode di pace e prosperità, ma vanta anche caratteristiche naturali che la rendono un rifugio ideale in caso di conflitto globale. Le profonde valli delle Alpi Giulie, le fitte foreste e i villaggi appartati offrono nascondigli naturali, anche per chi viaggia in camper.

Where to go in case of WWIII from Budapest
Piccolo villaggio sloveno protetto dalle Alpi Giulie. Fonte: depositphotos.com

Per coloro che si spostano in modalità di sopravvivenza, qui è relativamente facile trovare acqua potabile, legna da ardere e persino opportunità di agricoltura su piccola scala. Il Paese è piccolo ma ben organizzato, con poche città principali che potrebbero essere bersaglio di bombardamenti. Inoltre, gli abitanti del luogo sono noti per il loro legame con la natura e lo stile di vita rilassato, quindi un sopravvissuto ungherese errante potrebbe persino trovare aiuto in una fattoria alpina.

La Slovenia ha un’importanza strategica minima, il che significa che probabilmente rimarrebbe fuori dai radar delle superpotenze globali in caso di guerra mondiale. Soprattutto, si trova a meno di un pieno di benzina dall’Ungheria: non c’è bisogno di un biglietto aereo, di un passaporto o di un grande budget. Con un camper ben equipaggiato, anche una piccola valle sotto il Triglav può diventare un rifugio. In breve, la campagna slovena è abbastanza selvaggia da nasconderla, ma abbastanza civilizzata da aiutarla a sopravvivere.

Si diriga verso la costa

Se le montagne non sono il suo rifugio preferito, la Croazia può offrire il rifugio costiero perfetto dalle devastazioni della guerra mondiale. Conosciuto soprattutto come località turistica, il Paese è in realtà ricco di villaggi e isole remote e di difficile accesso, dove sarebbe facile ritirarsi se il mondo cominciasse davvero a crollare.

Trogir Adriatic Croatia
Fonte: depositphotos.com

L’arcipelago dalmata, i villaggi di pescatori spopolati, le coste scoscese e le fitte pinete offrono un’eccellente copertura. Se dispone di un veicolo – o semplicemente se parte in anticipo – può rintanarsi in un porto semi-abbandonato o nei boschi costieri per un periodo prolungato. Sebbene la Croazia sia un membro della NATO, non è considerata un obiettivo primario e vanta una forte infrastruttura, che offre una combinazione di riparo naturale e servizi moderni.

Transilvania: Un rifugio raggiungibile dal confine

La Romania è raramente considerata un potenziale rifugio in tempi di guerra mondiale, eppure alcune zone della Transilvania sono ideali per nascondersi e autosufficienza. I villaggi remoti dello Szeklerland, i Monti Apuseni e l’area intorno a Retezat non sono solo mozzafiato, ma anche scarsamente popolati e ricchi di risorse naturali: sorgenti, foreste e piccole aziende agricole.

Sebbene la Romania sia un Paese NATO, le regioni centrali e meridionali della Transilvania presentano un rischio geopolitico minore e sono facilmente raggiungibili dall’Ungheria, soprattutto se si viaggia verso est o verso sud, anche con un solo pieno di benzina.

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Paesaggio con il Castello di Bran nella stagione primaverile, punto di riferimento di Brasov, Transilvania, Romania. Fonte: depositphotos.com

Naturalmente, nell’eventualità di una guerra mondiale, il rifugio può essere trovato in molti altri Paesi oltre a quelli evidenziati. Secondo il Global Peace Index, un certo numero di nazioni si sono costantemente classificate tra le più pacifiche al mondo. L’Islanda, l’Irlanda, il Portogallo e la Svizzera sono in testa da anni, grazie al loro isolamento, alla stabilità politica e al minimo coinvolgimento militare. Anche l’Austria e la Repubblica Ceca sono interessanti, non solo per la loro vicinanza geografica, ma anche per i loro climi politici stabili e le loro società ordinate.

Sebbene questi Paesi differiscano per geografia e storia, condividono un impegno per la pace, una politica estera neutrale o contenuta e il tipo di calma sociale che diventa più preziosa in tempi di guerra.

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