Ricchi stranieri avrebbero pagato per sparare a civili innocenti a Sarajevo, avviata un’indagine

Tre decenni dopo la fine della Guerra di Bosnia, è emersa una nuova scioccante accusa sui crimini di guerra commessi durante l’assedio di Sarajevo. Le autorità italiane hanno aperto un’indagine ufficiale per verificare se il cosiddetto “safari umano di Sarajevo” sia realmente esistito – afferma che ricchi cittadini stranieri hanno pagato per avere l’opportunità di sparare ai civili durante l’assedio della città.

Il film documentario ha dato il via all’indagine

Come riportato da Index, l’indagine è incentrata su Sarajevo Safari, un documentario del 2022 del regista sloveno Miran Zupanič. Nel film, testimoni ed ex organizzatori – mostrati in silhouette con voci distorte – raccontano come i ricchi ‘turisti’ italiani e tedeschi si sarebbero recati a Sarajevo e avrebbero pagato somme significative per sparare con fucili di precisione ai civili che vivevano nella città assediata.

Secondo le testimonianze, i partecipanti a questi “safari” hanno pagato l’equivalente di diversi milioni di fiorini per una singola sessione. Alcuni resoconti affermano addirittura che a coloro che volevano prendere di mira i bambini venivano addebitate tariffe più alte.

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Persone in coda per l’acqua durante l’assedio di Sarajevo. Foto: Wikimedia Commons/Mikhail Evstafiev

I procuratori di Milano stanno esaminando le accuse

Lo scandalo è stato portato alla luce da uno scrittore italiano e da due importanti avvocati. Sulla base del dossier di 17 pagine da loro presentato, la Procura di Milano sta ora indagando se gli eventi descritti si sono effettivamente verificati. Le informazioni trapelate suggeriscono che diversi cittadini italiani sono tra i presunti colpevoli, tra cui un chirurgo plastico con sede a Milano e persone legate alle città di Trieste e Torino.

Il rapporto afferma anche che, durante la guerra, le persone in questione hanno volato da Trieste a Belgrado, da dove sono state trasportate sulle colline che circondano Sarajevo – le posizioni utilizzate dai cecchini che hanno sparato sulla città per anni.

Oltre 300 cecchini, centinaia di vittime

Secondo l’istituto competente dell’Università di Sarajevo, più di 300 cecchini hanno operato nella regione durante l’assedio, e almeno 225 civili – tra cui 60 bambini – sono stati uccisi dal fuoco dei cecchini. Altre stime suggeriscono che il numero totale di vittime civili dell’attività dei cecchini potrebbe aver raggiunto le 11.000 unità.

Rimane poco chiaro se i cecchini comprendano sia soldati che civili, riferisce MTI. I veterani serbo-bosniaci, tuttavia, negano che sia mai esistito un “safari umano”, sostenendo che il documentario è basato su bugie.

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Il centro del quartiere Grbavica di Sarajevo nel marzo 1996. Foto: Wikimedia Commons/LT. STACEY WYZKOWSKI

Possibili collegamenti con l’intelligence

Gli investigatori affermano che anche alcuni documenti di intelligence classificati potrebbero essere collegati agli eventi, secondo quanto riferito in passato dal servizio di intelligence militare italiano, il SISMI. Un ex agente bosniaco ha affermato che i servizi italiani erano stati avvertiti della comparsa di “turisti di guerra” già nel 1993.

La Procura di Milano sta esaminando anche questo aspetto e ha richiesto i relativi fascicoli al Tribunale Penale Internazionale per l’ex Jugoslavia all’Aia, dove i procedimenti precedenti includevano testimonianze che facevano riferimento a fenomeni simili.

L’ex sindaco di Sarajevo assiste l’indagine

Benjamina Karić, che è stata sindaco di Sarajevo tra il 2021 e il 2024, ha inviato una dichiarazione ufficiale alle autorità italiane, fornendo la documentazione disponibile della città. Gli avvocati che hanno avviato l’indagine – tra cui Nicola Brigida e Guido Salvini – sperano che il procedimento faccia finalmente luce sull’identità di eventuali responsabili.

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