Sondaggio La maggior parte delle aziende a Budapest vede prospettive fosche

Secondo un sondaggio flash condotto dalla Camera dell’industria e del commercio di Budapest (BKIK) sull’impatto della crisi del coronavirus, il 93% delle imprese della capitale ritiene che le proprie prospettive siano fosche.
L’indagine ha riguardato 1.895 aziende con sede a Budapest, di cui l’83% sono microimprese, il 15% PMI e l’1% grandi aziende.
BKIK ha osservato che un terzo delle aziende ha i propri dipendenti che lavorano da casa, il 19% li ha mandati in congedo non retribuito e il 12% in congedo retribuito.
L’indagine mostra che il rapporto tra lavoro d’ufficio a domicilio aumenta in proporzione alle dimensioni dell’azienda, ben l’80 per cento delle grandi aziende è passato al lavoro d’ufficio a domicilio, mentre solo il 51 per cento delle piccole imprese lo ha fatto.
Complessivamente il 55% delle aziende di medie dimensioni dispone di accordi di uffici domestici.
Solo un quinto delle aziende disponeva di un piano di emergenza per tali situazioni, ma il 34% delle restanti sta ora elaborando un piano di emergenza e il 15% sta valutando la possibilità di farlo.
BKIK ha affermato che il 60% delle aziende ha registrato un calo degli ordini e il 40% un calo del numero di ospiti, clienti, consumatori e clienti.
In risposta alla domanda su quale tipo di aiuto troverebbero utile date le circostanze, il 40% delle aziende ha dichiarato che sosterrebbe la creazione di un fondo per fornire credito preferenziale o garanzie alle aziende per aiutarle a far fronte a problemi temporanei di liquidità a condizione che che mantengano il loro organico.

