WOW! Gli ungheresi hanno creato la nuova generazione del cubo di Rubik? Video

La nuovissima generazione del cubo ungherese di Rubik, il lavosball, ha quattro lati, ma forma una palla invece di un cubo L’idea originale è venuta da János Szabolcs, decoratore e designer nominato per l’Emmy Award nel 2004, e il prototipo esiste già.
I giornalisti di qubit ho potuto provare questa nuova generazione di giochi in cui l’obiettivo è lo stesso del caso del noto cubo di Rubik realizzato nel 1974 da Ern the Rubik: bisogna torcerlo fino a quando i suoi quattro lati non saranno dello stesso colore, Lavosball è però composta da 4+4 dischi invece che da cubi, riportato qubit.
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Il nome del prodotto deriva dallo pseudonimo del suo creatore. János Szabolcs ha detto a qubit che stavano girando un film su un’isola lontana e il direttore della produzione ha modificato in qualche modo il suo nome in Jan Lavos. Da quel momento in poi lo ha usato come pseudonimo.
La novità della palla è che va oltre il classico sistema di coordinate cartesiane tridimensionali. Secondo lavosball.com, puoi ruotarla come i puzzle game già esistenti, ma se premi il centro dei rulli con il movimento Lavos, si aprirà un nuovo mondo. Quindi, il movimento Lavos è il nuovo punto di svolta.
I filatori visibili si chiuderanno, mentre i filatori nascosti si apriranno.
Pertanto, una nuova prospettiva sarà messa in moto nel gioco.
Dopo i primi passi, tre anni fa è nato un prototipo La sua tecnica era dura da realizzare perché, nel lavosball, ogni elemento interessa gli altri mobili. “Chi l’ha già visto ha affermato che è come un trucco ben eseguito, che non capisce, ma vorrebbe esaminare cosa succede esattamente quando si preme il movimento Lavos” disse orgoglioso l’inventore.
Le 12 parti mobili formano una rete spaziale unica, ma le variazioni sono inferiori rispetto al caso del cubo di Rubik In quest’ultimo, il numero di variazioni è 4,3 x 1019 mentre la palla di Mr Szabolcs conosce solo 3,9 x 107, chi vuole risolvere il puzzle ha però bisogno di un modo di pensare diverso rispetto al caso del cubo di Rubik perché
non segue le regole del classico sistema di coordinate cartesiane tridimensionali.
Nessuno sa come reagirà il pubblico alla nuova tecnologia. L’inventore e i suoi colleghi vorrebbero pagare la produzione standardizzata con finanziamenti comunitari.

