Caffè, teatri e corse di cavalli: Come gli ungheresi socializzavano nel 20° secolo

Dibattiti nei caffè, serate a teatro, emozioni alle corse dei cavalli: nelle città ungheresi del XX secolo, l’intrattenimento era in gran parte radicato in spazi pubblici vivaci. I caffè, gli ippodromi, i saloni e le sale teatrali non erano solo luoghi di svago: erano palcoscenici sociali dove ogni gesto, abbigliamento e parola aveva un significato.

Serate a teatro o nei saloni: Il momento clou della domenica

Nella prima metà del XX secolo, andare a teatro era un evento culturale importante. Luoghi come il Teatro Nazionale, il Vígszínház o il piccolo Kis Színkör a Buda si riempivano sera dopo sera di pubblico elegantemente vestito. Per loro, il teatro non era solo arte e cultura, ma anche uno spazio chiave per la vita sociale. Non era diverso al di fuori della capitale: città come Szeged, Debrecen e Kecskemét vantavano scene teatrali fiorenti.

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Pubblico elegante nell’auditorium del Teatro dell’Opera di Stato Ungherese. Foto: Fortepan / Album083

Il pubblico spesso fungeva da osservatore critico e la sua stessa presenza diventava parte della performance sociale: dove si sedeva, cosa indossava e con chi arrivava erano tutti argomenti scottanti durante il caffè del giorno dopo.

A casa, era comune ospitare serate di salotto nei fine settimana, riunioni in cui amici, familiari e conoscenti si riunivano. Qualcuno poteva suonare il pianoforte, un altro leggere una nuova poesia o un racconto. Alcuni giocavano a scacchi o a carte, e c’era sempre qualcuno desideroso di filosofeggiare sui “venti del cambiamento”.

Queste serate non erano solo divertenti: erano ambienti intimi per fare rete, scambiare idee e sperimentare la cultura. Molti giovani artisti hanno avuto la loro prima occasione di presentare il loro lavoro qui: una poesia fresca, una nuova canzone o un’idea originale. Anche l’aspetto contava: cosa si indossava, cosa si diceva e con chi si arrivava. Particolarmente popolari tra l’intellighenzia urbana e la classe media benestante, questi eventi fungevano da club intellettuali senza quota di iscrizione: bastava portare qualcosa: un pensiero, una storia, la propria presenza.

Corse di cavalli e caffè: Centri di vita sociale

All’inizio del XX secolo, le corse dei cavalli erano una vera e propria passione di massa, soprattutto tra i cittadini delle città. A Budapest, l’ippodromo del trotto vicino al City Park e successivamente il Kincsem Park divennero le sedi principali. Le tribune, i palchi e le aree di osservazione erbose attiravano tutti gli strati della società, dalle signore con l’ombrellino e i signori in smoking ai lavoratori che tentavano la fortuna con qualche moneta. L’ippica non era solo uno sport, ma anche un evento sociale, un luogo in cui l’eccitazione, la fortuna e la comunità si univano.

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Folla all’ippodromo prima di una corsa storica. Foto: Fortepan / Deutsche Fotothek / Brück und Sohn

Le corse di cavalli erano anche un argomento popolare nei caffè, che all’epoca godevano di un’immensa popolarità. Un caffè non era solo un luogo dove prendere un caffè; soprattutto a Budapest, era un centro sociale. Japán, Centrál, Hadik, New York: nomi leggendari intrisi di cultura, dibattiti sullo spumante e conversazioni di ore. Questi spazi erano luoghi naturali per la lettura di giornali, discussioni politiche e scambi di idee.

Sale giochi e macchine a gettoni: La cultura del flipper dell’epoca

All’inizio del XX secolo, a Budapest e in alcune grandi città di provincia cominciarono ad apparire i cosiddetti caffè automatici o “sale giochi”. I visitatori potevano provare le macchine azionate da monete – una versione precoce delle moderne sale giochi, anche se al posto dei neon lampeggianti, presentavano pulsanti in ottone, cabine in legno e ingranaggi scricchiolanti.

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Giovani che giocano su un flipper negli anni ’60. Fonte: Fortepan / Bauer Sándor

La selezione era variopinta: roulette, macchine da disegno, “gabinetti di curiosità” a immagini mobili che offrivano scorci su mondi esotici. Alcuni offrivano previsioni sull’amore, altri davano una lettura umoristica del suo attuale livello di “intelligenza”. Alcuni giravano e scintillavano semplicemente, ma erano comunque sufficienti per suscitare una risata.

I giovani li adoravano, e anche gli adulti non vedevano di cattivo occhio coloro che “tiravano la leva un’altra volta, nel caso fosse il loro giro fortunato”. Questi locali sono stati tra i primi luoghi di intrattenimento moderni, dove non era necessario essere colti o eleganti, ma solocuriosi.

Oggi bastano pochi clic per vedere uno spettacolo in streaming o ascoltare musica, ma un tempo il divertimento avveniva soprattutto per strada, nei caffè o all’ippodromo. E anche se molte cose sono cambiate, il desiderio di esperienze condivise non è cambiato, ma solo le impostazioni.

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