Sesso e società durante la conquista ungherese: uno sguardo nella vita intima dei primi magiari

Quando la maggior parte delle persone immagina le tribù ungheresi conquistatrici, vede feroci guerrieri nomadi: frecce che volano, cavalli al galoppo, yurte che punteggiano le pianure. Pochi pensano a come poteva essere la loro vita privata: come amavano, come sceglievano i partner o il ruolo della sessualità nelle loro esperienze quotidiane. Eppure, l’intimità fisica era parte integrante della loro struttura sociale tanto quanto la guerra o le credenze religiose.

Ecco come vivevano gli ungheresi mille anni fa

Secondo Femina, la sessualità e l’intimità fisica erano profondamente intrecciate nella vita quotidiana degli ungheresi del IX-X secolo. Concetti come il tabù non esistevano intorno alla nudità o al comportamento intimo. Le famiglie vivevano in yurte o in case semi-sotterranee, dove tutto avveniva in uno spazio condiviso: dormire, mangiare, riposare e persino i momenti di intimità. Una tenda poteva offrire una modesta separazione della zona notte, ma la vera privacy era rara. I bambini erano spesso presenti quando i genitori erano intimi, non come qualcosa di vergognoso, ma come una parte naturale della vita. Ciò significa che i giovani hanno acquisito familiarità con l’intimità fisica fin dalla più tenera età.

Avar Magyar conquest Árpád leader Hungary Hungarians
Mihály Munkácsy: Conquista (Insediamento dei magiari in Ungheria). Dipinto nel 1893. Fonte: Creative Commons

L’apertura dei magiari si estendeva oltre lo spazio fisico, alle relazioni sociali. L’igiene pre-matrimoniale non aveva motivazioni religiose o culturali: era una questione di pulizia personale. È interessante notare che non adottarono pratiche comuni alle tribù vicine, come la circoncisione o la rasatura dei peli pubici. Invece, seguivano le loro usanze interne per quanto riguarda la cura del corpo. Allo stesso modo, non nascondevano i loro desideri. Manufatti come i gioielli con motivi erotici chiariscono che la sessualità non era nascosta o considerata vergognosa.

La nudità non era imbarazzante o inappropriata. Fare il bagno, nuotare e lavarsi insieme erano normali attività comuni in cui uomini e donne si vedevano senza vestiti. Questa apertura ha anche favorito una precoce consapevolezza delle differenze di genere. Non esistevano ancora le idee di vergogna o di modestia morale, che sono arrivate solo in seguito, con la diffusione del Cristianesimo. L’abbigliamento femminile, come gli indumenti intimi di lino e la stoffa utilizzata per fasciare il petto, illustra anche un rapporto pratico ma culturalmente naturale con il corpo.

Relazioni, matrimonio e ruoli di genere nella società ungherese di mille anni fa

La libertà nelle relazioni e nella sessualità emergeva presto, persino nell’adolescenza. I ragazzi potevano sposarsi intorno agli 11 anni, le ragazze tra gli 11 e i 12 anni. Mentre l’attività sessuale seguiva tipicamente la pubertà, le relazioni prematrimoniali erano pienamente accettate. La verginità non era un requisito e le esperienze sessuali passate di una donna non influivano negativamente sulle sue prospettive di matrimonio. Il matrimonio non era una cerimonia religiosa o legale, ma semplicemente riconosciuto dalla comunità. Se la relazione non funzionava, le coppie si separavano senza divorzio formale.

Mentre gli uomini erano nominalmente i capifamiglia, le donne non erano né sottomesse né dipendenti. Le relazioni erano caratterizzate dal consenso reciproco e dall’uguaglianza pratica. Il furto di donne, un tempo una pratica consuetudinaria, si è evoluto in un gesto simbolico a cui partecipavano anche le donne. L’approvazione dei genitori era comune, ma non obbligatoria. L’unico divieto rigoroso tra gli ungheresi per il matrimonio era la parentela di sangue.

Agli uomini era consentito prendere concubine – sia donne libere che schiave – senza che ciò fosse considerato adulterio. La società non considerava tali relazioni peccaminose, né giudicava le donne che non erano sempre fedeli mentre i loro mariti erano lontani in guerra. Anche con l’arrivo del Cristianesimo, gli atteggiamenti non cambiarono da un giorno all’altro. Le norme sociali continuavano a tollerare, persino ad accettare, un comportamento sessuale più libero entro certi limiti. L’adulterio fu definito come peccato solo nei codici legali dell’XI secolo.

L’erotismo era presente anche nella cultura visiva dell’epoca. Disegni, decorazioni, gioielli e altri manufatti mostrano che le persone non solo vivevano la sessualità, ma la esprimevano anche esteticamente. Un sito di sepoltura a Szeged, per esempio, ha restituito un ornamento d’argento che raffigura chiaramente i genitali femminili, indicativo di una società in cui la sessualità non era solo personale, ma anche pubblicamente riconosciuta.

Rispetto alle percezioni moderne, la società del periodo della conquista ungherese era sorprendentemente aperta, onesta e naturale nel suo approccio alla sessualità. L’intimità fisica non era un segreto e le dinamiche sociali erano molto più flessibili e prive di restrizioni rispetto alle norme cristiane successive. Le relazioni di genere, l’accettazione sociale dell’intimità e l’educazione sessuale precoce suggeriscono che la prima visione del mondo ungherese offriva una prospettiva unica e ancora rilevante sulle relazioni umane. Per quanto cruda e istintiva, non per questo era meno umana.

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