Si prevede un’importante revisione delle amministrazioni locali ungheresi in caso di vittoria di Fidesz nel 2026

Il sistema di governo locale dell’Ungheria potrebbe subire cambiamenti significativi dopo le prossime elezioni parlamentari, se l’alleanza di governo Fidesz-KDNP si assicurerà un altro mandato, secondo Tibor Navracsics, Ministro della Pubblica Amministrazione e dello Sviluppo Regionale.
Navracsics ha annunciato sui social media nel fine settimana che il Governo gli ha dato il mandato di preparare un pacchetto completo di riforme che riguardi il sistema comunale. Tuttavia, ha sottolineato che per il momento è in corso solo la fase preparatoria, con consultazioni concrete che inizieranno all’inizio di gennaio.
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Le consultazioni inizieranno a gennaio
Il Ministro ha spiegato che l’imminente processo di consultazione seguirà un modello simile ai precedenti dialoghi guidati dal Governo, come quelli svolti per il programma “distretti competitivi” e il concetto alla base della cosiddetta legge sulla protezione dell’identità. I colloqui inizieranno con le associazioni municipali prima di estendersi ad una gamma più ampia di attori locali.
Secondo Navracsics, le fasi successive delle consultazioni coinvolgeranno i sindaci, i consiglieri locali, i presidenti delle assemblee di contea e i membri degli organi rappresentativi di contea. L’obiettivo, ha detto, è quello di raccogliere feedback da tutto il settore dell’amministrazione locale prima di redigere qualsiasi proposta legislativa concreta.

Pacchetto di riforme promesso dopo le elezioni
Navracsics ha chiarito che il Governo non intende presentare modifiche prima delle elezioni. Invece, se Fidesz-KDNP vincerà nel 2026, il Ministero prevede di presentare un pacchetto di modifiche generali al Parlamento in seguito.
Ha detto che l’obiettivo è presentare una proposta che sia accettabile per tutte le parti interessate, compresi i governi locali, gli attori del governo centrale e il pubblico in generale. Pur riconoscendo che si tratta di un obiettivo ambizioso, il Ministro ha sostenuto che ampie consultazioni sono essenziali per raggiungere un risultato equilibrato.

Critiche di lunga data alla centralizzazione
Secondo Index, l’attuale sistema di governo locale dell’Ungheria è stato oggetto di critiche continue da parte dei Comuni negli ultimi anni. I leader locali hanno ripetutamente sollevato preoccupazioni circa l’eccessiva centralizzazione e le pressioni finanziarie causate dal contributo di solidarietà, un meccanismo in base al quale i Comuni più ricchi sono tenuti a trasferire parte delle loro entrate al bilancio centrale.
Queste tensioni sono state particolarmente visibili nei dibattiti sulla tassazione locale, sui finanziamenti statali per i compiti obbligatori e sull’autonomia finanziaria dei Comuni, soprattutto delle città più grandi.
Aree problematiche chiave identificate
In alcune interviste recenti, Navracsics ha delineato tre aree principali che potrebbero dare forma alla direzione della riforma. Queste includono il finanziamento dei governi locali, l’equilibrio delle responsabilità e dei poteri tra Stato e Comuni e lo status giuridico e i poteri dei sindaci.
Come esempi, ha sottolineato le questioni irrisolte relative alle tasse locali e al contributo di solidarietà, nonché la questione se i compiti locali obbligatori siano adeguatamente finanziati dallo Stato. Ha anche evidenziato il finanziamento del trasporto pubblico locale, notando che, al di fuori di Budapest, attualmente non esiste un finanziamento normativo statale dedicato per questi servizi.
Inasprimento già in corso
Sebbene la riforma completa sia stata rinviata a dopo le elezioni, negli ultimi mesi si sono già viste regole più severe per i Comuni. Le misure incluse nel bilancio statale 2025 introducono controlli finanziari e procedurali più severi, come il divieto di factoring, obblighi più severi di reporting dei dati e gestione obbligatoria del conto di tesoreria per le sovvenzioni statali più consistenti.
Navracsics ha anche fatto riferimento all’esperienza della legge sulla protezione dell’identità, notando che da luglio, più di 100 comuni hanno adottato decreti locali correlati, circa un terzo dei quali sono stati esaminati dagli uffici governativi.
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