Dalla tragedia alla politica globale: L’iniziativa dell’Uzbekistan per una Giornata internazionale di commemorazione delle vittime del terremoto

Di Shokhruz Samadov
Nel panorama in evoluzione della sicurezza globale, i rischi posti dai disastri naturali, in particolare dai terremoti, sono diventati una preoccupazione centrale non solo per le regioni colpite, ma anche per la governance internazionale in generale. In questo contesto, l’iniziativa dell’Uzbekistan di istituire il 29 aprile come Giornata internazionale di commemorazione delle vittime dei terremoti, recentemente approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, rappresenta un contributo tempestivo e strategico all’architettura della resilienza globale e della solidarietà umanitaria.
Ripensare il disastro: Da evento a minaccia sistemica
Le moderne valutazioni del rischio hanno trasformato l’inquadramento concettuale dei terremoti. Non più considerati solo come eventi naturali sporadici, sono sempre più visti come minacce sistemiche con dimensioni geopolitiche, economiche e sociali. I terremoti possono destabilizzare intere regioni, innescare migrazioni di massa, mettere a dura prova i sistemi sanitari pubblici e ritardare significativamente lo sviluppo economico. Eppure, nonostante la loro frequenza e gravità, la dimensione umana di queste tragedie, come il trauma, la memoria, la rottura sociale, è spesso affrontata in modo inadeguato nei quadri politici internazionali. Questa è proprio la lacuna che l’iniziativa dell’Uzbekistan mira a colmare.
La visione strategica alla base dell’iniziativa
La proposta del Presidente dell’Uzbekistan Shavkat Mirziyoyev di creare una Giornata della Memoria internazionale è stata formulata per la prima volta nel marzo 2023, in occasione di un vertice straordinario dell’Organizzazione degli Stati Turchi. La proposta non è emersa in modo isolato; piuttosto, riflette l’orientamento a lungo termine della politica estera dell’Uzbekistan verso una diplomazia incentrata sull’uomo, enfatizzando il multilateralismo, la cooperazione regionale e i beni pubblici globali.
L’iniziativa segna un cambiamento di paradigma, passando da un approccio reattivo a uno proattivo, basato sulla memoria, alla governance dei disastri. Riconosce che il ricordo non è semplicemente simbolico, ma è uno strumento funzionale per promuovere la preparazione, la responsabilità e l’apprendimento collettivo. Istituzionalizzando il ricordo, la comunità globale è meglio equipaggiata per prevenire la ripetizione dei fallimenti del passato e per sviluppare un quadro etico condiviso per la gestione delle crisi future.
Perché il 29 aprile è importante: La memoria come strumento politico
La scelta del 29 aprile come data ufficiale ha un significato sia storico che strategico. La data segna l’anniversario del terremoto di Tashkent del 1966, un evento devastante che ha rimodellato la capitale e rimane profondamente radicato nella coscienza nazionale dell’Uzbekistan.
La commemorazione di questo giorno a livello globale riposiziona la memoria come strumento politico non solo per l’Uzbekistan, ma per l’intero sistema internazionale. Trasforma il trauma nazionale in un veicolo di solidarietà transnazionale, facendo leva sulla memoria collettiva per sostenere la condivisione delle conoscenze, l’innovazione nella riduzione del rischio di disastri (DRR) e gli investimenti nei sistemi di allerta precoce.
Inoltre, l’allineamento dell’iniziativa con il Quadro di Sendai delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di disastri (2015-2030) aggiunge coerenza agli sforzi globali. Offre un’ancora normativa per integrare la commemorazione con la costruzione di capacità e la pianificazione della resilienza.
Un impatto a più livelli: Nazionale, regionale, globale
A livello nazionale, l’iniziativa rafforza l’impegno dell’Uzbekistan nella preparazione alle catastrofi e nella modernizzazione dello Stato. Riflette la crescente capacità dello Stato e la crescente importanza della governance delle catastrofi nella politica interna del Paese.
A livello regionale, posiziona l’Uzbekistan come imprenditore di norme in Asia Centrale e tra gli Stati turchi, utilizzando il soft power e l’esperienza storica condivisa per costruire il consenso sulle priorità umanitarie.
A livello globale, contribuisce all’umanizzazione delle relazioni internazionali. In un’epoca segnata dalla frammentazione geopolitica e da preoccupazioni di sicurezza concorrenti, la proposta dell’Uzbekistan introduce un’agenda unificante e apolitica, incentrata sull’empatia, la resilienza e la cooperazione internazionale.
Approvazione delle Nazioni Unite: Capitale diplomatico e definizione di norme
L’adozione unanime della risoluzione da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite è di per sé degna di nota. Dimostra il crescente capitale diplomatico dell’Uzbekistan e la sua capacità di mobilitare il sostegno per l’innovazione normativa all’interno delle istituzioni multilaterali. Tale approvazione non è solo un riconoscimento formale dell’iniziativa, ma anche un atto che crea un precedente nella politica della memoria internazionale.
La risoluzione incoraggia gli Stati membri a impegnarsi in sforzi educativi, a condividere esperienze e a costruire una cooperazione istituzionale a tutti i livelli. È importante notare che inserisce il diritto alla memoria e alla dignità delle vittime di disastri nella struttura del diritto internazionale e della diplomazia.
Sfide e opportunità strategiche
Sebbene l’iniziativa dell’Uzbekistan abbia raccolto un ampio sostegno internazionale e abbia trovato un forte appoggio istituzionale attraverso l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il suo vero impatto sarà misurato in ultima analisi da ciò che seguirà. Come per molte altre ricorrenze approvate a livello globale, il successo della Giornata Internazionale del Ricordo delle Vittime del Terremoto non dipende solo dal riconoscimento simbolico, ma dal modo in cui viene attuata, adattata e sostenuta nei diversi contesti nazionali.
Una delle sfide immediate consiste nel garantire che la giornata non vada alla deriva della ritualizzazione. C’è il rischio reale che, con il tempo, l’osservanza possa diventare un gesto puramente cerimoniale, caratterizzato da discorsi di routine e dichiarazioni pubbliche, ma distaccato da un’azione significativa. Per evitare questo, l’iniziativa deve essere mantenuta dinamica e lungimirante, costantemente legata a programmi reali di riduzione del rischio di disastri, di educazione pubblica e di impegno umanitario.
Un altro livello di complessità si presenta a livello nazionale, dove l’integrazione della giornata nei sistemi educativi, nei protocolli di preparazione alle emergenze e nelle attività della società civile sarà fondamentale. L’inserimento del ricordo nei programmi scolastici, ad esempio, non solo aiuta a preservare la memoria storica dei disastri passati, ma coltiva anche una cultura di preparazione nelle generazioni future. Allo stesso modo, coinvolgere le comunità locali e le ONG nelle commemorazioni annuali può favorire la resilienza di base e l’appropriazione pubblica dell’iniziativa.
Inoltre, la giornata ha un potenziale come catalizzatore per mobilitare le risorse e la volontà politica, soprattutto nei Paesi più vulnerabili all’attività sismica. Elevando la preparazione ai terremoti nell’agenda globale, potrebbe diventare un punto focale per lanciare meccanismi di finanziamento mirati, programmi di aiuto multilaterali e campagne di advocacy, trasformando il ricordo in un motore strategico di mitigazione del rischio.
Ma la storia non finisce con le sfide. Infatti, alcuni degli aspetti più interessanti di questa iniziativa risiedono nelle opportunità che crea.
Guardando al futuro, la giornata della memoria potrebbe evolvere nella pietra angolare di un meccanismo di coordinamento globale per la risposta ai terremoti, possibilmente operando sotto l’ombrello delle Nazioni Unite. Una piattaforma di questo tipo potrebbe potenziare i sistemi di allerta precoce, facilitare una rapida assistenza internazionale e migliorare il trasferimento di conoscenze tra Paesi con livelli diversi di preparazione ai disastri.
Nello stesso spirito, l’iniziativa apre uno spazio per partnership innovative, soprattutto tra il settore pubblico e quello privato. La commemorazione potrebbe fungere da trampolino di lancio per collaborazioni in aree come la tecnologia di monitoraggio sismico, la progettazione urbana resiliente e i sistemi di comunicazione di emergenza. Con i giusti incentivi, potrebbe attrarre investimenti in soluzioni scalabili che non solo riducono i rischi sismici, ma rafforzano anche la resilienza più ampia del clima e delle infrastrutture.
Infine, l’iniziativa è promettente come veicolo per la cooperazione Sud-Sud, offrendo una piattaforma condivisa per i Paesi in via di sviluppo che spesso affrontano vulnerabilità simili ma non hanno uguale accesso alle risorse o all’attenzione globale. Riunendo queste nazioni attorno a una giornata comune di riflessione e azione, la proposta dell’Uzbekistan potrebbe rafforzare un asse orizzontale di solidarietà e scambio di conoscenze, amplificando le voci e le esperienze di comunità troppo spesso trascurate.
In questo modo, quello che è iniziato come un gesto di ricordo potrebbe diventare un motore di trasformazione, unendo passato, presente e futuro nella ricerca di un mondo più sicuro e compassionevole.
Conclusione: Verso una cultura della responsabilità globale
L’iniziativa dell’Uzbekistan è più di un atto commemorativo. È un’innovazione politica che espande i confini della governance umanitaria. Inquadra la memoria non come retrospettiva passiva, ma come responsabilità attiva – una risorsa per plasmare il futuro.
Sostenendo la Giornata internazionale di commemorazione delle vittime del terremoto, l’Uzbekistan non si limita a ricordare il passato. Si sta impegnando strategicamente nel presente e sta aiutando a progettare un ordine internazionale più umano, resiliente e cooperativo.
Per saperne di più sulle relazioni tra l’Uzbekistan e l’Ungheria , si veda QUI.
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